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Green pass obbligatorio: quello del trasporto è il settore più a rischio

Green Pass, cosa cambia dal 6 agosto. Ecco le regole da sapere

GREEN PASS OBBLIGATPRIO I porti, la logistica e il trasporto delle merci sono i settori più critici per l’applicazione dell’obbligo di green pass per l’ingresso in azienda e venerdì 15 ottobre, primo giorno di applicazione della norma, potrebbe diventare anche il primo del grande caos, con l’Italia semiparalizzata dagli scioperi e dai blocchi delle categorie produttive e dalle manifestazioni già annunciate in decine di città da chi si oppone allo strumento imposto dal Governo per spingere più italiani possibili a vaccinarsi.

Un clima di tensione costante sul quale c’è la massima attenzione da parte del Viminale che, d’intesa con palazzo Chigi, ha dato indicazioni chiare agli apparati di sicurezza. La linea non cambia: si va avanti con il green pass. Dunque, va fatto ogni sforzo per prevenire possibili situazioni di pericolo, con un attento monitoraggio di tutti quegli ambienti più a rischio, comprese chat e social. Sarà, inoltre, sempre garantito il diritto di esprimere la propria opinione ma ci sarà altrettanta fermezza nei confronti di coloro che volessero approfittare delle proteste per provocare disordini o bloccare il paese.

Le situazioni più problematiche sono quelle che interessano i porti e il trasporto su gomma, dove viaggia il 90% delle merci che circolano in Italia. A guidare la protesta dei portuali è Trieste, dove su 950 lavoratori il 40% non ha il certificato verde e che già martedì 12 ha richiamato l’attenzione nazionale con un corteo a cui hanno partecipato diecimila persone contro il green pass. Negli altri scali, in realtà, la situazione è meno tesa, ma nessuno può dire con certezza quel che accadrà venerdì. A Genova, ad esempio, dove è attorno al 20% la percentuale di chi non ha il pass, è in corso la protesta dei tir al terminal più importante e le Rsu sono in lotta per il contratto integrativo e hanno rigettato la proposta economica dell’azienda, confermando lo sciopero. Stando a quanto dicono i sindacati, non dovrebbero invece esserci problemi a Napoli e Salerno cosi come a Ravenna, nei porti pugliesi e in quelli di Livorno e Piombino. A Palermo solo il 7% dei 450 lavoratori non è vaccinato.

«Il problema vero sono i trasporti – dice il leader della Uil Roberto Gulli – il 30% degli autisti è senza vaccino, si rischia il caos» mentre il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè usa parole a metà tra l’allarme e la minaccia. «Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Dal ministero non abbiamo risposte e se questo atteggiamento proseguirà può succedere di tutto».

Secondo il segretario generale di Trasportounito Maurizio Longo, «mancheranno all’appello circa 80mila conducenti e ciò determinerà ritardi delle consegne.

A Roma, ad esempio, il sindacato Orsa ha fatto dei conti: per creare problemi a metro e treni locali basta che il 5-10% del personale sia assente. E in Atac la percentuale dei non vaccinati viaggia tra il 10 e il 20%. L’altro aspetto che preoccupa sono le manifestazioni. L’Azienda di  trasporto di Verona ha reso noto che domani verrà sospeso l’8% delle corse giornaliere di autobus per mancata disponibilità di personale dovuta alla mancanza di green pass.

Bisognerà poi vedere cosa accadrà nelle fabbriche e nelle grandi aziende – all’Elettrolux, dove il 23% dei 1.430 dipendenti non ha il pass è già stato annunciato uno sciopero di 8 ore.

Sulle chat dei no pass sono annunciate centinaia di manifestazione, un pò ovunque, compresa piazza santi Apostoli a Roma a due passi dai palazzi del potere. Iniziative «dall’alba in poi, pacifiche, spontanee e apartitiche». Di questo si è discusso nel Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, in modo da evitare un nuovo sabato nero: si è decisa un’intensificazione dell’attività di prevenzione, rafforzando sia il controllo del territorio sia della rete e dei social e si è disposto un innalzamento delle misure di vigilanza agli obiettivi sensibili, a partire dalle sedi istituzionali.

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