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Padre Luis: 60 anni al servizio dei poveri della terra in Brasile

GIUBILEO SACERDOTALE Pe Luis Pescarmona celebra i suoi sessant’anni di sacerdozio. Nato a Canale nel 1938, ha studiato nel Seminario di Alba, città dove è stato ordinato dal vescovo monsignor Carlo Stoppa il 14 settembre 1961. Per 5 anni è stato vicecurato a Sommariva Perno. Nel 1966 è partito con altri sacerdoti albesi e alcune suore Luigine per il Brasile. La diocesi di Alba, in quel tempo ricca di sacerdoti, era diventata “diocesi senza frontiere”. In tanti sono partiti per il Kenya e il Brasile.

La prima diocesi in Brasile è stata Teofilo Otoni, costituita appena 5 anni prima, dove Luis Pescarmona ha lavorato per 11 anni, insieme a don Grillo, don Monchiero, don Agostino Garabello, don Tibaldi Piero, don Gino Novo, don Lisa, don Bruno Quazzo e don Sergio Stroppiana.

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Padre Luis Pescarmona

Nel 1977 si è trasferito nello Stato di Paraiba (Nord-est semiarido) in Guarabira, che diventerà diocesi nel 1981. In questa diocesi di 400mila abitanti pe Luis ha esercitato varie funzioni: nella cattedrale e nelle comunità parrocchiali di Alagoinha, di Cuitegì, di Araçagì, e di Piloieginhos. È membro del Collegio dei consultori della diocesi, del Consiglio economico, padre spirituale del Seminario dal 1991 fino a oggi e dal 1998 di un monastero Carmelitano. Accompagna comunità e movimenti che svolgono attività nel sociale. Dal 1983 fino a oggi contribuisce nell’evangelizzazione e coscientizzazione attraverso programmi settimanali nelle radio locali, con piena libertà. È interessante la precisazione che precede queste trasmissioni: «Il programma non è di responsabilità della radio, ma del suo autore».

Fondamentale è l’azione della Commissione pastorale della terra, fondata nel 1981: un impegno costante e difficile fino a oggi, insieme a uomini e donne lavoratrici delle campagne, in difesa dei contadini contro l’espulsione dalle terre, garantendone la permanenza ed evitando le migrazioni forzate. Il tutto per fermare l’esproprio da parte di grandi “fazendas” e avere la titolarità delle terre lavorate. Questo significa un miglioramento reale della vita, ottenendo anche la casa, la scuola, la strada, l’acqua, l’energia elettrica, il telefono etc…

Alcune conseguenze di questo impegno: un mandato di cattura falso nei confronti di pe Luis, decretato in un altro Stato da un giudice non esistente; vari processi locali, tutti risolti a favore e alcune imboscate (il 3 gennaio 1987 e il 12 dicembre 1987). I risultati di questo lungo lavoro sociale in diocesi sono: 58 aree di nuovi insediamenti in 52mila ettari, con 3.165 famiglie con relative case, cisterne per l’acqua, scuole e associazioni. Siccome la zona è semiarida sono state richieste e ottenute due dighe (quella di Araçagì e quella di Retiro), di cui una con 51 milioni di metri cubi di acqua. Oggi decine di autocisterne riforniscono tutti i giorni molte località e Municipi senza acqua.

Padre Luis: 60 anni al servizio dei poveri della terra in Brasile
Contadini accampati difendono le terre con padre Pescarmona

Pe Luis è stato incaricato dell’accoglienza di ragazze adolescenti in situazione di vulnerabilità e abbandono. Così è nata la comunità Talita nel 2001, oggi unita all’associazione “Minorenni con Cristo”. Nei locali della Talita (undici ettari) funziona oggi una comunità per giovani tossicodipendenti da alcol e droga, dove sta lavorando.

La diocesi di Guarabira ha scritto: «Che Dio benedica sempre questo missionario instancabile, difensore della giustizia, molte volte personalmente minacciato, testimoniando la sua fede con la preghiera e l’azione in difesa dei più poveri della nostra diocesi. In nome di tutte le famiglie cristiane lo ringraziamo per tutto quello che con amore continua a svolgere».

Nel ricordino, che pe Luis ha distribuito nelle parrocchie di Canale, Sommariva e duomo di Alba, a ricordo del suo 60° anno di sacerdozio, è scritto: «Grazie alla mia famiglia cristiana, operaia e generosa, grazie alle comunità del Seminario, Canale e Sommariva per la formazione ricevuta. Grazie alle comunità del Brasile che durante 55 anni mi hanno accolto e hanno accettato il mio servizio dovuto. Come ringraziare Dio? Come chiedere perdono? Dirò come Pietro apostolo: “Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti amo”».

don Gino Chiesa

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