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Photogenesis of Bra, trentamila lastre fotografiche per la storia della città

Il fotografo Bruno Risso, che andrà in pensione a fine anno, ha donato il suo archivio fotografico

Photogenesis of Bra
Giancarlo Cazzin, Bruno Risso e Fabio Bailo davanti a una macchina fotografica di inizio Novecento.

BRA Un patrimonio di circa trentamila lastre fotografiche: questa è la consistenza stimata dell’archivio fotografico di Bruno Risso, che ora è stato donato alla città di Bra ed è in fase di digitalizzazione. La presentazione in anteprima del progetto, denominato Photogenesis of Bra, è avvenuta sabato 9 alle 18 a palazzo Mathis, durante uno degli incontri del Piccolo festival di fotografia.

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Risso, Cazzin e Bailo durante la presentazione a palazzo Mathis.

Il titolare dell’omonimo negozio andrà in pensione a fine anno e ha affermato: «Dopo cinquant’anni di lavoro e passione, è un piacere per me lasciare qualcosa ai posteri. Il materiale in mio possesso risale prevalentemente alla prima metà del Novecento, anche se alcuni cimeli sono dell’Ottocento. Ci sono settecento stampe di quel periodo e l’attrezzatura originale, tutto ben conservato. Il novanta per cento delle lastre sono ritratti di persone, scattati prima da Carlo Novara, titolare del negozio in piazza Roma, poi dal figlio Giovanni, trasferitosi in piazza Carlo Alberto, e da Beppe Raineri, il mio maestro, che aveva lo studio in via Cavour. Ho ereditato tutto da loro. All’inizio della mia carriera lavorativa, quando avevo quindici anni, maneggiavo le lastre in vetro e ho appreso tutti i segreti del mestiere. Ricordo che era possibile operare un fotoritocco ante litteram, le rughe puntualmente sparivano modellando con matite di diverse gradazioni l’immagine uscita dall’emulsione. Scattare una foto era un evento e, per i pochi che arrivavano mal vestiti, quando si rendeva necessario recuperare una loro foto dignitosa da mettere, ad esempio, sui ricordini, si spostava il capo sul busto di un’altra persona. Questa possibilità si è mantenuta parzialmente per le foto in bianco e nero, ma si è persa per quelle a colori».

Bruno Risso (fotografo e proprietario archivio donato alla città)

Colui il quale, nel 2018, ha dato la spinta al progetto e convinto un Risso titubante è Giancarlo Cazzin. Studente di architettura, appassionato di fotografia e storia, ha nel suo curriculum un volume dovesi è occupato di censire duecento botteghe fotografiche del Piemonte. Spiega Cazzin: «Questi negozi erano fondamentali per il funzionamento dei paesi e hanno accumulato un patrimonio enorme. Senza loro, la storia di molti dei nostri Comuni sarebbe sconosciuta. Ora stanno scomparendo, soppiantati dal digitale. Saputo della possibilità di accedere all’archivio di Bruno, mi sono impegnato a fondo. Le scatole contenenti le lastre erano stipate in una cantina piena di polvere, tuttavia in ottimo stato di conservazione. La prima parte del lavoro, portare su e giù le scatole, è stata abbastanza faticosa. Abbiamo poi ripulito le lastre una a una, con spazzole a setole morbide, e le stiamo digitalizzando tutte. In questo compito mi aiuta la collega Sara Ciravegna». Ma cosa distingue un archivio fotografico da una semplice raccolta? Cazzin ha le idee chiare: «Possiamo tranquillamente parlare di archivio Risso perché, oltre alle foto, Bruno ha conservato tutti i registri manoscritti correlati. Ogni lastra è marcata da un codice, che se si va a controllare la tabella corrispondente ci fornisce informazioni fondamentali: nome, cognome, a volte professione, mese e anno dello scatto. In sostanza, possiamo dare un’identità a quasi tutte le immagini».

Giancarlo Cazzin (studente politecnico e responsabile digitalizzazione archivio)

Come la città di Bra renderà fruibile a storici, appassionati e curiosi l’immenso patrimonio ce lo spiega l’assessore alla cultura Fabio Bailo: «La fotografia è un elemento essenziale per ancorare e rilanciare la memoria. Come Amministrazione comunale ringraziamo enormemente Bruno per il dono: il suo gesto permetterà che il patrimonio non si disperda ma sia condiviso con la comunità. A questo proposito, nel monumento simbolo di Bra, la Zizzola, sarà collocato un apparecchio digitale grazie al quale, inserendo una parola chiave, si potranno visualizzare le foto cercate. Finora sono state digitalizzate la metà delle lastre e puntiamo a concludere tutto entro la fine del 2022. Cittadini come Risso ci rendono orgogliosi e speriamo che il suo esempio possa essere seguito».

Fabio Bailo (assessore alla cultura di Bra)

Chi vorrà potrà richiedere una copia delle foto, «assolutamente non digitale» puntualizza Cazzin, che prosegue: «La stampa avverrà usando la stessa tecnica di un tempo, con camera oscura e sali d’argento. Nel modulo per richiederla bisognerà inserire il legame di parentela con la persona in oggetto. I contributi andranno a coprire parzialmente i costi sostenuti per il recupero ».

Davide Barile

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