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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Ciapilau

Con Paolo Tibaldi scopriamo le mille declinazioni del termine "Sbërgnaché"

CIAPILAU Mezzaluna da cucina: coltello a due mani con lama curva per sminuzzare le verdure sul tagliere.

La lingua piemontese vanta una parola suggeritami a furor di popolo, che racconta un oggetto da cucina senza il quale sarebbe stato difficile, se non impossibile, realizzare alcune ricette. Personalmente il nome stesso dell’oggetto mi ha sempre suscitato simpatia. Signore e signori è arrivato il turno del ciapilau. Si tratta di un coltello a due mani, utile per triturare o sminuzzare cipolle, prezzemolo, erbette o comunque alimenti vegetali: dé na ciapilà (dare una sminuzzata). La forma è quella di una lama curva in metallo, in italiano chiamata mezzaluna per la somiglianza estetica. Il ciapilau ha due impugnature a pomolo, tradizionalmente in legno (più recentemente anche in plastica) ed è complementare a un altro oggetto: il fedelissimo tagliere, chiamato quasi ovviamente ciapilòiȓa.

L’etimologia è di base pre latina con kap (tagliare, inciampare) attraverso la forma clappulare, tagliare, con strumento affilato compiendo un’azione ripetuta con un apposito strumento. Anche il provenzale antico ne è ambasciatore con capolar e quello moderno capoulà, fino al tritare piemontese: ciapolé. Quando entra in azione il ciapilau con la sua forma gradevole alla vista, si comincia con l’impugnare più o meno energicamente i due pomelli all’estremità, per poi udire un suono reiterato (cra-cra-cra) simile al gracidio delle rane, per il movimento della lama dondolante sull’alimento. Appena cessa la melodia, si attiva il senso dell’olfatto: l’ambiente è inebriato di profumi appena sprigionati, biglietto da visita di gusti che si andranno ad assaporare poco poco, uno fra tutti il bagnèt vert. Tutti e cinque i sensi umani vengono coinvolti utilizzando questo semplice strumento, ahinoi, quasi completamente soppiantato da moderni elettrodomestici, tritatutto e robot. Si cucina sempre pensando a qualcuno, altrimenti si sta soltanto preparando da mangiare.

Paolo Tibaldi

 

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