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C’è Steadycam: fa prevenzione all’Asl Alba-Bra

Quando i videogiochi incrociano l’azzardo 1

LO STUDIO Sostenibilità digitale: per Steadycam – progetto nato nel 2000 nell’ambito del Servizio di dipendenze patologiche dell’Asl Cn2 di Alba-Bra – è un concetto chiave. Perché il rapporto tra giovani e tecnologie digitali dev’essere declinato all’insegna del benessere. Ed è così che da centro di documentazione, Steadycam è diventato sempre di più una fucina di progetti di prevenzione.

Nel 2018, si è poi aggiunto Display, la cui sede si trova ad Alba, in corso Michele Coppino: un luogo fisico in cui, attraverso laboratori ed esperienze che riguardano la dimensione digitale, si permette ai ragazzi di sviluppare un senso critico sul tema, così da arrivare a una maggiore consapevolezza. Negli anni, sono passati da Display più di duemila studenti. E il lavoro è andato avanti anche nel periodo della pandemia, con una versione digitale proposta a 35 classi delle scuole medie, dopo aver formato gli insegnanti.
Giuseppe Masengo è uno degli operatori di Steadycam e ha anche partecipato come uditore alla ricerca su videogiochi e gioco d’azzardo condotta da Eclectica: «I ragazzi hanno un grande bisogno di essere ascoltati su questi temi. Hanno spesso la percezione che si tratti di una realtà riservata solo ai giovani, senza rendersi conto che a produrre i videogiochi sono persone adulte e che può quindi esistere un confronto», spiega.

Masengo: «Per quanto riguarda i videogiochi, dobbiamo tenere a mente che si tratta dell’industria d’intrattenimento più diffusa al mondo, ben più importante del cinema, per esempio, tanto che i ragazzi ne hanno conoscenza fin dalla terza elementare. Fino alle medie, l’interesse sembra essere universale, riguardando in egual modo ragazze e ragazzi. Poi, man mano che si cresce, le ragazze hanno una tendenza maggiore a utilizzare i social network, in particolare Tik Tok. Tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori, diamo per scontato l’utilizzo di WhatsApp, Instagram, YouTube e Twicht, mentre c’è chi continua anche a giocare, passando dal cellulare al computer».

f.p.

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