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Che senso può avere per noi parlare di Cristo re?

PENSIERO PER DOMENICA – XXXIV TEMPO ORDINARIO – 21 NOVEMBRE

A fine anno liturgico, con la festa di Cristo re, siamo invitati a riflettere sul ruolo di Gesù nella nostra vita e nella storia, domandandoci: quest’anno, Gesù è stato il punto di riferimento della mia vita? Anche se aveva proclamato: «Il mio regno non è di questo mondo», è innegabile l’influsso che dalla risurrezione in poi egli ha esercitato nella storia, pur trattandosi di un re che si è messo al piano dell’ultimo dei suoi sudditi, fino a condividere in tutto la condizione umana. Questo Re cos’ha da offrire a noi?

Che senso può avere per noi parlare di Cristo re?
Gesù davanti a Ponzio Pilato, miniatura francese del XV secolo, Parma – Biblioteca Palatina.

Ci richiama alla responsabilità. Le prime due letture ci invitano però a guardare al cielo più che alla terra. Il profeta Daniele (7,13-14) ci racconta un sogno: la comparsa, sulle nubi del Figlio dell’uomo. Non è facile dire chi rappresenti: forse, nella mente del profeta, la comunità dei giusti. Nella tradizione rabbinica, il Figlio dell’uomo era l’immagine del Messia. Nella tradizione cristiana, è Gesù risorto che, dopo essere asceso al cielo, alla fine del mondo, tornerà per il giudizio finale. Ci crediamo ancora?

Ci dona speranza. In parallelo con il testo di Daniele, troviamo, come seconda lettura, un bellissimo e densissimo brano dell’Apocalisse (1,5-8). Il libro dell’Apocalisse e quello di Daniele sono stati scritti per incoraggiare comunità perseguitate. Sono testi di speranza, da leggere nei momenti di difficoltà. Per persone che, rischiavano la vita a motivo della loro fede, era fonte di speranza il prossimo avvento di un re più forte della morte, capace di sfidare «quelli che lo trafissero». Anche noi abbiamo continuamente bisogno di speranza. La fede in Cristo ci è stata di aiuto nelle prove della vita?

Si fa incontrare sulle strade del Vangelo. Nel Vangelo (Gv 18,33-37) leggiamo di Pilato che chiede a Gesù se è un re, chiaramente preoccupato che possa minacciare il suo potere e quello di Roma. Gesù, dopo aver proclamato la sua regalità, lo tranquillizza: «Il mio regno non è di questo mondo… sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità». Ecco il senso della regalità di Cristo. Occorre però una precisazione: questa verità non è data una volta per tutte, ma va sempre cercata. «Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». Un modo molto concreto di seguire e onorare questo re è ascoltare la sua voce, leggere e meditare il Vangelo. E allora, considerando che la festa di Cristo re conclude l’anno liturgico, siamo invitati a chiederci: nel corso di un anno, abbiamo ascoltato la voce di Cristo, almeno quella proposta ogni domenica? La nostra conoscenza del Vangelo è cresciuta rispetto a un anno fa?
Lidia e Battista Galvagno

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