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Guarene è stato riconosciuto come presidio culturale italiano

Guarene è stato riconosciuto come presidio culturale italiano
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e il sindaco Simone Manzone.

CONVEGNO Bandiera arancione, spiga verde e, da venerdì scorso, presidio culturale italiano. Salgono i titoli ottenuti da Guarene, considerato sempre più come un centro di bellezza artistica e storica e come luogo da vivere. L’ultimo riconoscimento è stato annunciato nel corso dell’incontro promosso da Confindustria e dalla fondazione Sandretto Re Rebaudengo. A conferirlo è stato Angelo Argento, presidente di Culturaitaliae (piattaforma nata per valorizzare l’eccellenza, il merito e l’innovazione), assieme al sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini, coordinatore della rete dei presidi culturali italiani, città e borghi uniti dalla capacità di creare bellezza tutelando il territorio e valorizzandolo con investimenti in cultura.

A Guarene viene riconosciuta in particolare la tutela del patrimonio artistico e storico e la stretta collaborazione con la fondazione Sandretto Re Rebaudengo per la promozione dell’arte contemporanea. «È un riconoscimento importante, perché dimostra come la scommessa di investire in cultura sia vincente per portare persone a Guarene, ma anche per chi vive in paese. È un valore che rimarrà per sempre, ma spetterà a tutti noi fare in modo di meritarcelo nel tempo», ha commentato il sindaco Simone Manzone. Il paese, unico nel Roero a poter vantare la bandiera arancione e la spiga verde, è stato la seconda tappa di un percorso nazionale che ha visto coinvolta l’associazione degli imprenditori e il Touring club italiano. A Guarene si è puntato sull’evoluzione in polo culturale, grazie al mecenatismo di un’imprenditoria capace non solo di restituire qualcosa al suo territorio, ma anche di creare, attraverso l’arte contemporanea, fattori di sviluppo economico.

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Nell’incontro di venerdì si sono svolti due dibattiti su “Investire in cultura: un nuovo mecenatismo” e “La cultura come fattore di attrazione e sviluppo”. Il presidente di Confindustria Cuneo Mauro Gola ha delineato il concetto di mecenatismo industriale, inteso come relazione tra valori umanistici, ricerca scientifica e capacità di creare lavoro, tema su cui è tornata la direttrice di Confindustria Cuneo Giuliana Cirio, raccontando l’esperienza della nostra provincia, dove alle imprese che si occupano di manifattura e servizi si è aggiunta un’importante rete di enti culturali in grado di favorire una contaminazione reciproca e una capacità di costruire in sinergia.

Il tema della collaborazione è stato ripreso anche da Bartolomeo Salomone, segretario generale della fondazione Ferrero, mentre il direttore esecutivo di Ocean race Paolo Verri ha raccontato il percorso che ha portato Matera a diventare capitale della cultura. Pierluigi Vaccaneo (fondazione Cesare Pavese) ed Emiliano Cerasi, amministratore delegato della Sac (Società appalti costruzioni) hanno raccontato il ruolo del territorio nel rapporto con la narrativa pavesiana e nella ricostruzione sociale del quartiere romano dell’Esquilino. Particolarmente importante il contributo di Roberta Ceretto, che ha rimarcato gli elementi essenziali che legano oggi la cultura alla proposta turistica ed enogastronomica di Langhe e Roero, soffermandosi però anche sulle necessità infrastrutturali e ricettive che caratterizzano un territorio che è «bello ma fragile».

Nelle conclusioni, il presidente del Gruppo tecnico cultura di Confindustria, Antonio Alunni, ha sottolineato come l’investimento nell’arte possa costituire per i piccoli centri all’interno della Penisola un’opportunità non soltanto di crescita e di riscatto, ma anche un enorme vettore di benessere.

Roberto Savoiardo

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