VARALLO Il 7 dicembre di centosessanta anni fa nasceva il Monte Rosa, ovvero il periodico nazionale più vecchio del Piemonte e il terzo in Italia, dietro soltanto alle due Gazzette di Parma e di Mantova. Sabato 13 novembre è stato presentato il volume celebrativo Un secolo e 60 anni di Monte Rosa al centro congressi di Varallo alla presenza del vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla, del presidente della società editrice, Gianfranco Quaglia, del Direttore dei settimanali diocesani, Lorenzo Del Boca. Erano presenti anche il vicepresidente della Federazioni italiana settimanali cattolici (Fisc) Chiara Genisio e il vicario generale della diocesi di Novara, Don Fausto Cossalter.
Si tratta di una testata che non ha conosciuto interruzioni in tutta la sua storia: nacque nella Varallo liberale con l’obiettivo di essere “Organo di informazione, ma siamo soprattutto organo di formazione”, per abituare i valsesiani a leggere gli avvenimenti in modo critico. La triade dei fondatori era l’espressione di un’aristocrazia illuminata, che individuava nella cultura il fattore che avrebbe contribuito a formare i propri concittadini. Neanche il fascismo riuscì a fermarla, perché nel ventennio il Monte Rosa sopravvisse utilizzando il sottotitolo di Gazzetta della Valsesia: “Taceremo sino a quando la verità, tutta la verità potrà essere detta perché dire la verità a mezzo è inganno, tradire la verità”.
Lorenzo Germano
