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Lettera al giornale. Il Ddl Zan bocciato in Parlamento

Politica: per sei su dieci è solo rabbia e disgusto

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, eccoci con il nostro modo gentile di introdurci a lei a nome del Partito della famiglia (Pdf) di Canale e Alba. La notizia che le mandiamo non è locale, ma forse è più importante di tante altre. Il Pdf si ascrive questa vittoria, sostenuta dal Papa, anche se voi di Gazzetta ci avete un po’ snobbati e anche presi in giro con non molto sottile ironia.

Il nostro Mario Adinolfi, poi, è stato fatto oggetto di insulti e bullismo in televisione e sui social perché rappresenta un partito che difende la normale famiglia naturale e la necessità assoluta di incentivare la natalità. Invece gli Lgbt hanno fatto perdere tempo a una nazione intera con le loro pretese isteriche; ora speriamo che si parli di lavoro, economia, tasse, scuola, sanità, disabili…

Lo sappiamo che percentualmente contiamo poco perché chi ha i finanziamenti dello Stato per i partiti parlamentari può strombazzare largamente programmi che poi non attua; invece noi, che contiamo poco, siamo gente pulita che vuole lavorare per il bene della popolazione e delle famiglie in particolare, ma fatichiamo a farci conoscere perché ci mancano i fondi.

Molti ironizzano chiamandoci “quelli dello zerovirgola“, ma le assicuriamo che stanno imparando a conoscerci e a valorizzarci e, quando saremo in Parlamento non vorremmo mai arrivare al punto di non rilasciare più interviste ai giornali locali (stiamo scherzando, non si offenda); perciò la salutiamo e speriamo che ci voglia pubblicare.

Margherita Ruffino ed Etta Giacosa, circoli Pdf Canale e Alba

Gentili signore, grazie della segnalazione di quanto successo in Senato con la bocciatura del disegno di legge Zan. A dire il vero ne eravamo già informati, visto appunto che i mass media hanno abbondantemente trattato la questione e Gazzetta non è solita andare a vivisezionare l’attività del Parlamento italiano per attribuire sconfitte e vittorie ai partiti che lo popolano. Permettete però un distinguo su quanto da voi sostenuto rispetto al Papa e alla gerarchia ecclesiastica. Arruolare il Papa, e la Chiesa in genere, nelle battaglie politiche di un partito, di maggioranza o minoranza che sia, è abbastanza temerario. Nonostante qualche esagerazione e strumentalizzazione ideologica, la posizione della Cei e del Pontefice in questa vicenda è stata molto attenta e cauta, affermando da una parte il rispetto di tutti gli esseri umani e la condanna di ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti di chicchessia; ma dall’altra parte invitando le rappresentanze politiche a valutare i rischi connessi ad alcuni dettagli della legge poco chiari, soprattutto in riferimento all’articolo 4, laddove si parla di “identità di genere”. Insomma, un atteggiamento equilibrato, lontanissimo dai toni da crociata che serpeggiano in alcune formazioni politiche, come in alcuni gruppi e movimenti che si dicono cattolici. Quanto a Gazzetta, non siamo soliti snobbare e prendere in giro le persone: chiari sulle idee e sui valori, ma rispettosi con tutti, al di là del fatto che ci rilascino o meno interviste.

g.t.

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