Ultime notizie

Premio Gratitudine: il riconoscimento alla fondazione Armenise Harvard

Premio Gratitudine: il riconoscimento alla fondazione Armenise Harvard 1

VERDUNO Favorire lo sviluppo delle conoscenze della fisiologia umana e i meccanismi patologici per arrivare allo sviluppo di terapie mediche per le malattie più diffuse. È questo l’obiettivo della fondazione Giovanni Armenise Harvard di Boston, che dal 1996 finanzia giovani ricercatori portandoli in Italia, attraverso il Career development award (Cda), e li aiuta ad avviare i propri laboratori. Per questo l’associazione è stata premiata venerdì 19 novembre con il premio Gratitudine della fondazione Ospedale Alba-Bra, dalle mani del direttore Luciano Scalise: un riconoscimento annuale a chi si impegna a diffondere la cultura della donazione, uscendo anche dai confini nazionali.

Premio Gratitudine: il riconoscimento alla fondazione Armenise Harvard 2
Il direttore della fondazione Ospedale Alba-Bra onlus, Luciano Scalise

Nell’auditorium dell’ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno è stata consegnata a Elisabetta Vitali, direttrice dei programmi italiani, la scultura realizzata da Gufram che riporta la scritta stilizzata “Thank you” per l’impegno profuso nel sostenere la scienza italiana. La fondazione del Massachussetts (Usa), nata dal defunto conte e banchiere Giovanni Auletta Armenis che, dopo un’esperienza personale, ha deciso di farsi mecenate collaborando con la Harvard medical school, ha portato in Italia negli ultimi anni 29 ricercatori di altissimo profilo, investendo oltre 34 milioni di dollari che hanno poi fruttato 80 milioni di fondi e più di 700 paper scientifici. La Cda offre infatti agli studiosi un finanziamento di circa 200mila euro l’anno per un periodo compreso tra i 3 e i 5 anni, in base alla tipologia di ricerca e alle necessità della disciplina di studio.

Premio Gratitudine: il riconoscimento alla fondazione Armenise Harvard
La direttrice dei programmi italiani della fondazione Armenise, Elisabetta Vitali, riceve il premio

Alla cerimonia erano presenti tre dei giovani scienziati che negli anni hanno ricevuto il supporto della borsa americana e che hanno deciso di creare team di ricerca in Piemonte: Luigia Pace, ricercatrice romana che si occupa di memoria immunologica, la cuneese Chiara Ambrogio che studia il carcinoma ai polmoni e il braidese Alessandro Bertero, direttore di uno staff di medicina rigenerativa. Presente anche il biologo strutturale Federico Forneris, originario di Guarene e vincitore in passato del Cda, che oggi, nonostante la giovane età, ricopre la carica di prorettore alla ricerca all’Università di Pavia.

«Ci vuole molto tempo per fare scoperte e portarle avanti: il nostro lavoro è come un seme per il futuro. Serve che l’Italia fornisca le giuste risorse in tutte le fasi del processo non solo per creare, ma anche per trattenere, studiosi di alto livello», ha spiegato il ricercatore piemontese Forneris. Chiara Ambrogio, apparsa tre settimane fa sulla prestigiosa copertina della rivista Nature, ha poi spiegato: «Non siamo cervelli in fuga, ma in movimento: per acquisire le competenze adatte al nostro lavoro servono quasi vent’anni di studio ed esperienza. Il bello di essere mobili è che si creano contatti e comunità in tutto il mondo».

Lorenzo Germano

Banner Gazzetta d'Alba