Speciale Alberione: anticipatore dei tempi nuovi per la Chiesa cattolica

Speciale Alberione: in uscita una biografia e lo speciale del beato edito da Famiglia cristiana 1

L’EDITORIALE Un profeta dei nostri tempi. Un pioniere audace a servizio del Vangelo. Dell’Alberione Paolo VI disse: «Ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi e dare vigore al suo apostolato, nuova capacità e coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno». Già il concilio Vaticano II, con l’Inter mirifica, il documento sui mezzi della comunicazione sociale, aveva consacrato l’apostolato del sacerdote, iniziato fin dai primi anni del Novecento. «L’attività paolina», scrisse il beato, «è dichiarata apostolato, accanto alla predicazione orale; è dichiarata di alta stima dinanzi alla Chiesa e al mondo. Usare i mezzi di comunicazione sociale è un atto di autentica predicazione». Don Alberione anticipò temi e spirito del concilio Vaticano II. Diffuse la Bibbia in ogni famiglia.

La rese alla portata di tutti, quando leggere i testi sacri era un’esclusiva, o quasi, del clero e degli studiosi. Associò le donne alla sua innovativa attività apostolica nel mondo delle comunicazioni. Ma da protagoniste, non da gregarie. O, peggio, da “serve”. Come, purtroppo, tuttora accade nella Chiesa. Donne in prima linea, “spregiudicate” per quei tempi, in tipografia, alle macchine da stampa. O sulle strade alla guida di moto e auto per portare Vangeli, libri e riviste in ogni angolo d’Italia, inclusi i paesi più sperduti, tra difficoltà, imprevisti e pure qualche rischio.


Dei laici, poi, ebbe grande considerazione, coinvolti ai massimi livelli delle attività. Secondo la propria competenza professionale. In un’opera apostolica unitaria. Lui e poi i suoi figli – i più fedeli interpreti del carisma paolino – seppero puntare in alto. E scegliere i migliori professionisti, con decisioni impegnative. Non certo al ribasso o di convenienza.

Il suo senso pastorale si manifestava nella vicinanza alla gente, ai loro problemi, ansie e interessi. Leggevai “segni dei tempi”e dava risposte adeguate. Senza mai rassegnarsi, o abbandonarsi allo sterile «pianto degli oziosi».

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Ma con il coraggio di «sottrarsi alla quiete e lanciarsi nell’azione». Uscendo dai conventi e dalle sacrestie per «andare dove palpita la vita». Nel mondo del lavoro, nelle università,tra i giovani. Affermava che il Vangelo di Cristo “incarnato” può essere “incartato”. Parafrasando Tertulliano scrisse: «Verrà un giorno che l’inchiostro dei buoni scrittori sarà seme di cristiani come il sangue dei martiri».

don Antonio Sciortino

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