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L’Albergo etico diventa da esportazione con il supporto dei Ministeri

L'Albergo etico diventa da esportazione con il supporto dei Ministeri

ASTI Un progetto di inclusione, di crescita e di valorizzazione delle persone diversamente abili, un punto di riferimento che il Ministero degli esteri e quello per le disabilità hanno deciso di far conoscere fuori dai confini nazionali, in quanto «esempio virtuoso di impresa sociale e motore nella strategia di promozione integrata dell’Italia». Stiamo parlando dell’Albergo etico, concepito con l’obiettivo di esaltare il talento delle persone diversamente abili, favorendone la piena inclusione sociale e il collocamento lavorativo attraverso un percorso di formazione e un tutoraggio del cammino di crescita.

La prima struttura è nata ad Asti nel 2015. «Formiamo cuochi, camerieri, receptionist e facchini e offriamo un servizio in cui è importante soprattutto il valore umano. Ora, grazie alla sinergia con la Farnesina, il Ministero per le disabilità e la costante collaborazione della Direzione generale per la promozione del sistema Paese, la nostra esperienza sarà fatta conoscere a 350 istituti di cultura e sedi diplomatiche italiane all’estero. Un’occasione unica per stimolare la diffusione di progetti e di eventi che trattino di inclusività, integrazione e accoglienza», spiega Antonio De Benedetto, vicepresidente della cooperativa sociale Download e cofondatore dell’Albergo etico.

L'Albergo etico diventa da esportazione con il supporto dei Ministeri 1

Questo patto sociale è diventato un modello virtuoso capace di moltiplicarsi con successo. “Fratellini” dell’Albergo etico sono stati fondati a Roma, in Valle d’Aosta, a Sondrio, Cesenatico e Napoli.  «All’estero abbiamo sedi in Slovacchia, Argentina e Australia e ci sarà un’apertura in Albania. Speriamo che questa spinta internazionale ci aiuti a essere non solo un modello, ma anche un punto di riferimento per organizzare eventi o concretizzare idee vincenti e solidali. L’energia e l’entusiasmo non mancano, nonostante le difficoltà di questi due anni. Quello che vogliamo organizzare non è solo un soggiorno, ma un viaggio che esalti il talento e premi chi non ha paura dei propri limiti», conclude De Benedetto.

Daniele Vaira

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