Mangiava a sbafo in un agriturismo, condannato in Cassazione un ispettore dell’Asl di Asti

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Pastasciutta

ASTI Ha mangiato più volte a sbafo in un agriturismo sfruttando la sua funzione di ispettore dell’Asl di Asti: con questa accusa un cinquantenne piemontese è stato condannato a due anni di reclusione con la condizionale.

L’uomo è stato dichiarato colpevole di induzione indebita dalla Corte d’appello di Torino con una sentenza confermata dalla Cassazione. All’inizio era stata indagata anche la titolare del locale, che a ogni pasto, al momento di pagare, diceva «Va bene così».

La donna però è stata prosciolta perché è stata considerata vittima di una condotta illecita: l’ispettore frequentava l’agriturismo per ragioni di servizio, e lei, in sostanza, era in soggezione, verosimilmente per il timore di controlli o multe pretestuose.

La difesa ha ripetuto che l’imputato non chiedeva nulla e non aveva atteggiamenti allusivi o minacciosi, ma la Cassazione, che prima di decidere si è destreggiata fra una giurisprudenza ancora non consolidata (i precedenti sono pochissimi), ha concluso che il caso rientra in una «zona grigia» in cui «l’atteggiamento dell’agente, ancorché non costrittivo, si manifesta secondo modalità assertive e concludenti, come tali connotate da rilevante e indubbia capacità persuasiva».

In totale il conto dei pasti non pagati ammonta a circa 150 euro.

Ansa

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