Una strada fantasma taglia i coltivi all’ingresso di Alba

Una strada fantasma taglia i coltivi all’ingresso di Alba 2

IL CASO Alle porte di Alba, tra case e campi coltivati, ci sono circa due chilometri di asfalto abbandonati: anno dopo anno, i rovi e la vegetazione tentano di riprenderseli. E quella che un tempo era una strada, per decenni percorsa dalle auto, è nell’oblio. Siamo all’ingresso dell’Albese, precisamente a Guarene, in località Ruota. Fino all’apertura dell’ultimo tratto dell’A33 la strada collegava la tangenziale cittadina al Roero: l’imbocco è ancora visibile tra Vaccheria e Baraccone. Se lo si guarda dall’alto, con l’ausilio di una mappa, è impossibile non notarlo, perché si spinge quasi fino al Mogliasso.

A sollevare la questione è la sezione albese di Italia nostra. Spiega il presidente Roberto Giretti: «Stiamo assistendo a un acceso dibattito per l’Asti-Cuneo e per il miglioramento della viabilità locale, ma ci dimentichiamo che abbiamo aree rilevanti occupate da tratti stradali in totale abbandono, ormai rese inutili dall’attuale tracciato autostradale».

Una strada fantasma taglia i coltivi all’ingresso di Alba

È una vera e propria superstrada, quella che si trova in località Ruota: «Dopo averla percorsa per decenni, ce ne siamo dimenticati. Sorprende sia ancora lì, invasa dalla vegetazione: parliamo di una striscia d’asfalto sopraelevata, larga circa 40 metri, che come un enorme serpente taglia in due i campi». Una parte è ormai coperta dal verde, ma si intuisce ciò che era: «Ci sono ancora le quattro corsie, con tanto di rampe, svincoli e piazzole, a cui vanno aggiunte le stradine laterali per l’accesso ai terreni, quasi fino al Mogliasso», prosegue Giretti. La proposta di Italia nostra è chiara: «Per realizzare questo tratto furono espropriati, non senza proteste, cinquantamila metri quadrati di terreni fertili. Quando fu realizzato il tratto, i proprietari sollevarono legittimamente forti dubbi sul rapporto costi-benefici, di fronte a una superstrada che terminava a Baraccone. Di fronte alla situazione attuale, è evidente che le perplessità erano fondate. Sarebbe pertanto opportuno oggi liberare i terreni dall’asfalto e restituirli all’agricoltura. Oppure, in alternativa, riutilizzarli a fini costruttivi, anziché consumare altro terreno agricolo: di certo adesso non si può pensare di lasciare il percorso in queste condizioni».

Della stessa idea è l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, in prima linea per il completamento dell’autostrada nel rispetto dell’ambiente e degli interessi della cittadinanza. Spiega Cesare Cuniberto: «Da ciò che risulta, l’ex superstrada è di proprietà di Anas: a pieno titolo potrebbe quindi rientrare nei dibattiti relativi al futuro del nostro territorio. E, dal momento che non sembra fare in alcun modo parte del tracciato dell’A33, sarebbe importante pensare al recupero dei campi e al ritorno allo stato originario». Il tratto è stato tirato in ballo da alcuni amministratori locali, che propongono di recuperarlo per ripristinarne la viabilità, sollevando il territorio dal pagamento dell’eventuale pedaggio dell’A33, che ricadrebbe come un macigno su chi viaggia dal Roero ad Alba. Ma, nella serata albese che ha visto la partecipazione dei rappresentanti della società Asti- Cuneo, non se ne è parlato. Anche perché, se mai venisse pensata una soluzione di questo tipo, il traffico andrebbe a concentrarsi lungo la vecchia superstrada, privando di senso l’A33.

Una strada fantasma taglia i coltivi all’ingresso di Alba 1

Abbiamo chiesto informazioni in merito anche a Simone Manzone, sindaco di Guarene: «Ci fa piacere che Italia nostra abbia sollevato la questione e ciò che possiamo dire è che non ci siamo dimenticati della bretella. Ai tavoli con la Regione, abbiamo posto l’accento anche su questo aspetto: non possiamo accettarne l’attuale stato di abbandono e pertanto chiediamo che la situazione venga sbloccata, con il ripristino o con la totale dismissione. Anche questa per noi è una partita importante, insieme alla gratuità dell’autostrada per i cittadini del Roero. Chiediamo che l’A33 venga completata in tempi rapidi e nel rispetto dell’ambiente, con le opere di mitigazione necessarie, ma non è ammissibile il pagamento del pedaggio per quanti arrivano dalla sinistra Tanaro. Vogliamo che tutto questo venga evitato con il recupero del vecchio collegamento, attraverso un sistema di lettura delle targhe oppure con altre soluzioni: l’importante è che non si paghi!».

Francesca Pinaffo

Banner Gazzetta d'Alba