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Contrasto alla pedopornografia e lotta alle truffe: il 2021 della Polizia Postale

Contrasto alla pedopornografia e lotta alle truffe: il 2021 della Polizia Postale
Materiale mostrato durante la conferenza stampa della polizia postale di Genova nell'ambito di una operazione che ha portato alla denuncia di decine di persone in tutta Italia per aver scaricato on-line film e telefilm coperti dal diritto d'autore, stamani 14 settembre 2010. ANSA/LUCA ZENNARO

TORINO Contrasto alla diffusione di materiale pedopornografico, nonché di video e scatti espliciti, a scopo di estorsione, o nell’ambito del fenomeno del revenge porn; vigilanza contro le truffe online e attacchi informatici e monitoraggio delle frange estremiste del movimento No green pass: sono alcuni dei campi nei quali hanno operato, nel 2021, gli agenti della Polizia postale in forza alla compartimento di Torino. Dalla ripartizione dipendono, oltre alla Sezione di Cuneo le altre 5 presenti in Piemonte (Asti, Alessandria, Biella, Novara e Vercelli) e quella di Aosta, estesa a tutta la Regione.

I dati della ripartizione competente sulle due Regioni sono in linea con l’andamento registrato a livello nazionale, caratterizzato da un preoccupante incremento degli adescamenti on-line di minorenni (più 98 per cento), per la produzione di video pedopornografici:  a confermare l’emergenza anche un’operazione, Meet up la denominazione, nata in Piemonte dalle indagini della Polizia postale e terminata con l’arresto di un tecnico informatico di 37 anni, un sacerdote della diocesi di Benevento e, in Puglia, del creatore di un canale,  social, utilizzato per condividere il materiale pedopornografico. L’attività di contrasto ai reati a sfondo sessuale sui minori hanno condotto a 18 deferimenti, nei 12 mesi appena trascorsi: nel complesso sono cinquanta gli indagati e 45 le perquisizioni effettuate. Trentacinque i casi, affrontati dagli agenti, inerenti fenomeni di revenge porn (la pubblicazione di video osé a scopo di vendetta da parte di ex conviventi), stalking e tentata estorsione per scatti e video intimi condivisi in rete: uno degli ultimi ha episodi ha interessato una ragazzina di Rivoli, ricattata da un uomo conosciuto in chat, al quale aveva inviato foto e filmati osé, perché da questi manipolata.

Nel campo delle truffe Internet, la Polizia postale piemontese ha approfondito 500 casi segnalati e provveduto a denunciare 130 persone agli organi giudiziari. Nel campo affine del furto di dati personali e denaro, tecniche note come phishing, gli uomini del Compartimento torinese hanno recuperato, nel complesso, 2 milioni di euro, denunciato ai Tribunali 76 persone: trenta sono state ritenute responsabili delle condotte illecite contestate. Consistente anche la mole di lavoro nell’individuazione di tentativi di accesso a banche dati digitali di enti e aziende. Le investigazioni svolte hanno riguardato 10 persone, nell’area di competenza (187 quelle denunciate a livello nazionale): sono stati esaminati mille messaggi d’allerta, per tentativi di violazione e affrontati 24 attacchi informatici.

Un capitolo a parte dell’azione della Polizia postale ha riguardato l’ambito della produzione di false attestazioni sanitarie, introdotte dal Governo a partire dal 15 ottobre: in pochi mesi gli agenti si sono trovati a fronteggiare non solo procedure di rilascio di Green pass fasulli, ma anche truffe consumate ai danni di persone, attratte dalla possibilità di ottenere attestazioni false, derubate, invece ,di informazioni personali, utilizzate per scopi criminali. Il 15 novembre Digos e Polizia postale di Torino hanno condotto un’operazione congiunta eseguendo 17 perquisizioni a carico di altrettanti persone, iscritte al canale Telegram Basta dittatura, indiziati di appartenere alle frange più radicali del movimento negazionista del Covid-19.

Davide Gallesio

 

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