Ultime notizie

Il dantista canellese Giambattista Giuliani moriva 138 anni fa a Firenze

Il dantista canellese Giambattista Giuliani moriva 138 anni fa a Firenze 1
CANELLI L’11 gennaio 1884 si spegneva a Firenze uno dei più grandi studiosi di Dante Alighieri dell’Ottocento. Giambattista Giuliani, nato a Canelli il 4 giugno 1818, entrò appena diciottenne tra i chierici regolari di Somasca e divenne uno stimato professore prima a Roma, nel Collegio Clementino, poi a Lugano, in un liceo-collegio. Si trasferì poi a Napoli, all’Accademia Pontaniana, e poi a Genova. Nell’ateneo della città ligure resse, tra il 1847 e il 1859, prima la cattedra di filosofia morale, poi quella di sacra eloquenza. Con la fondazione dell’Istituto di Studi Superiori di Firenze, tenne dal 1860 sino alla morte la cattedra dantesca.
È proprio nella città toscana che il canellese si dedicò agli studi sulla Commedia dantesca. Lo slogan «Dante spiegato con Dante» rappresentava la sintesi del suo programma: stabilire un Nuovo commento da applicare alle opere del poeta fiorentino sulla base di quanto lo stesso Alighieri aveva scritto a Cangrande della Scala. Nel celebre volume Metodo di commentare la Commedia di Dante, pubblicato dall’editore Le Monnier nel 1861, Giuliani compendiò la sua visione.

 

Il dantista canellese Giambattista Giuliani moriva 138 anni fa a Firenze
Il Metodo di commentare la Commedia di Dante di Giuliani, uscito nel 1861 a Firenze
Il giorno della sua morte la la Gazzetta Piemontese del 14 gennaio 1884 ne ripercorreva la vita, raccontando anche la sua vocazione di patriota: «Nel 1846 a Genova tenne un discorso sugli studi danteschi: riuscì a conchiudere, entrando animosamente nella questione politica, che i tempi erano mutati e che nessun italiano avrebbe oramai chiamato un “Alberto tedesco ad inforcare gli arcioni d’Italia quando si aveva un Alberto italiano”. II discorso fu interrotto da vivissimi applausi. Senonché Alberto La Marmora, commissario governativo, si oppose, protestando contro l’intromissione di Dante nei Congressi. Cesare Cantù e Luigi Cibrario difesero con calda eloquenza il Giuliani, il nome del quale divenne sempre più popolare».
l.g.

 

Banner Gazzetta d'Alba