Nell’Alba tutelata dall’Unesco mancano strade e posti per auto

Nell’Alba tutelata dall'Unesco mancano strade e posti per auto

VIABILITÀ L’Alba del turismo Unesco fa i conti con i disagi per la viabilità e i problemi legati alla sosta dei veicoli. A segnalare la questione sono decine di immagini che documentano, da settimane, parcheggi selvaggi, in aree non consentite, e code chilometriche in città.

Difficoltà forse di poco conto, rispetto a quelle di altre realtà urbane, ma diffuse e reali per gli albesi e non solo. Enrico arriva in città, dal Roero: «Ogni giorno è uno stress continuo», racconta, «mi basta tardare dieci minuti a uscire di casa, magari perché ho dovuto aiutare mia moglie con i figli, e rimango bloccato già al Mussotto. Arrivato in centro inizia il giro per trovare parcheggio e, alla fine, sono costretto a metterla in quelli a pagamento». Gli stalli gratuiti disponibili, inoltre, «per una scusa o l’altra, sono spesso occupati da strutture mobili: la colpa non è certo di chi lavora, e ha l’autorizzazione, ma di quanti non prevedono alternative per sopperire alla mancanza. Basterebbe trasformare una parte dei parcheggi blu in bianchi, e il gioco sarebbe fatto».

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L’attenzione di Enrico è puntata su piazza Medford, la soluzione, però, non è così immediata: esistono contratti chiari con le società che gestiscono gli stalli e precludono questa opzione.

La sosta selvaggia innesca un domino pericoloso: anzitutto riduce la visibilità per gli altri automobilisti. L’incrocio fra via San Paolo e corso Italia, è un esempio: si procede per tentativi, sondando il terreno con impavide accelerate, facendosi largo fra le auto, per capire se è possibile immettersi. Nella zona della Moretta, a rischiare sono i pedoni: di sera gli attraversamenti sono poco illuminati e gli automobilisti come Danilo, che vive nel quartiere, hanno paura: «La notte, le persone sulle strisce semplicemente non le vedi. Mancano fari appropriati e, in alcune zone di corso Langhe, la segnaletica orizzontale andrebbe tracciata di nuovo».

In corso Europa, durante il mandato della Giunta Marello, era stata eliminata una corsia per senso di marcia, per creare due file di parcheggi e una pista ciclabile. A chi aveva fatto notare il rischio di congestionare il traffico aveva ribattuto la fazione di quanti, invece, affermavano che il nuovo assetto viario sarebbe servito a far rallentare le auto, senza creare code, che invece ci sono. A queste si aggiungono le vetture piazzate sul sedime della ciclabile, o ancora chi apre la portiera dell’auto appena fermata senza controllare se, sulla tratta, ci sono ciclisti o pedoni.

Lo spazio è poco: nel 2015 il sindaco Marello aveva precisato: «Per renderlo ancora più sicuro installeremo dei dissuasori tra i parcheggi e la ciclovia». Un intento rimasto tale perché delle barriere, ancora oggi, non c’è traccia. Piatto forte della campagna elettorale dello schieramento di Carlo Bo, nel 2019, oggetto di manifesti sui quali campeggiava lo slogan “Basta giocare col traffico”, la sistemazione di corso Europa è al centro di un progetto illustrato dall’assessore Massimo Reggio (sul numero scorso di Gazzetta, ndr) per sistemare le ciclabili spostando le alberate usate come elemento divisorio. I lavori partiranno fra alcuni mesi e riguarderanno un solo tratto dell’asse viario.

Positivo è, invece, il completamento dell’itinerario per le due ruote fino alla frazione di Gallo (a eccezione del ponte sul rio Baracco, ndr), ma gli utenti chiedono più sicurezza: fra loro c’è il podista Franco, che indica in «illuminazione e barriere di protezione» le urgenze. E conclude, dando voce a un’altra istanza: «Parcheggiavo a San Cassiano per iniziare la mia corsa, ma dopo aver trovato, lo scorso anno, la mia macchina scassinata, ho cambiato zona. Lo stesso problema l’hanno avuto diversi amici: non sarà così frequente, ma è accaduto».

Pochi agenti per svolgere controlli

VIABILITÀ Connesso al tema delle soste selvagge segnalate, è anche la richiesta di maggiori controlli, da parte della Polizia municipale: le carenze sono considerate, da alcuni, la causa principale delle infrazioni commesse anche da chi è al volante.

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Il comandante dei civich Antonio Di Ciancia fornisce, della questione, una diversa interpretazione: «Ogni giorno riceviamo segnalazioni, il problema è che non possiamo essere presenti, in più posti, contemporaneamente. Se un veicolo blocca l’ingresso dell’ospedale, ci muoviamo tempestivamente, in altri casi non sempre è possibile», spiega. Il problema, però, è strutturale: « Svolgiamo più di dodicimila controlli l’anno, ma il traffico ha assunto proporzioni enormi. Martedì 14 dicembre, in città, sono transitati 104mila veicoli, il venti per cento erano mezzi pesanti. Il Codice della strada definisce, come interventi urgenti, quelli volti a prevenire incidenti, a sanzionare il mancato impiego delle cinture, infrazioni delle distanze di sicurezza e limiti di velocità, l’uso di telefonini alla guida e i sorpassi: tutte circostanze molto più gravi delle soste legate, invece, al grado di civilizzazione delle persone. Il piano sicurezza è gestito da Prefettura e Questura alle quali relazioniamo settimanalmente: l’obiettivo è ridurre gli incidenti in centro abitato, sono circa 120 l’anno, e rendere fluido il traffico».

Il comandante raffronta, inoltre, le esigenze con le forze in campo: spesso, Vigili e impiegati statali diventano capri espiatori; la vulgata ne parla come di “scansafatiche”, la realtà, però, è diversa. «Ad Alba i Vigili sono ventuno. Il Comune decide, con la programmazione triennale, se assumere nuovi addetti: a maggio avremo un collega in più. Secondo i parametri regionali, dovrebbe esserci un addetto ogni mille abitanti: seguendo la norma, in città ci vorrebbero 31 agenti», spiega.

Dieci in più di quelli disponibili, mentre «le richieste crescono e serve una maggiore presenza per la sicurezza. Al sabato e alla domenica, poi, devo gestire i turni con meno personale».

Più stalli blu in centro che nei rioni periferici

VIABILITÀ Ma quanti sono i parcheggi in città? Dell’argomento parliamo con l’architetto Daniela Albano, dell’ufficio tecnico comunale.
«Una precisazione è d’obbligo: ogni area di sosta, sia una via o una piazza, ha almeno uno stallo per i disabili e, dove ci sono attività commerciali, uno per carico e scarico merci. Sui parcheggi ordinari e le infrazioni forse c’è troppa tolleranza: le persone maleducate ne approfittano», esordisce.

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E, sul traffico aggiunge: «Penso sia un problema di chi non si sa organizzare: arrivo da Neive e mi basta partire mezz’ora prima per non restare incolonnata. Si gira un po’ e, alla fine, un parcheggio si trova: non siamo a Torino, dove bisogna coprire enormi distanze». Il centro storico è l’area a maggiore densità di stalli a pagamento: sono 1.125 su un totale di 3.318. Ai 1.890 liberi se ne aggiungono 303 speciali (disco orario, disabili, carico e scarico e taxi). Nell’area identificata come “esterna centro”– estesa a piazza Cristo Re, viale Vico, parte dei corsi Langhe, Piave e Italia – ci sono 261 posti blu, 393 bianchi e 384 di altro tipo: in totale 1.038 posti. In periferia, le strisce sono tutte bianche: tra la zona dello stabilimento Ferrero e i corsi Europa e Piave ci sono 4.195 parcheggi liberi e 354 speciali; tra la Miroglio e i corsi Langhe e Cortemilia 1.138 liberi e 248 speciali. Nel complesso, la città offre 10.291 posti per auto. «Stiamo costruendo anche 18 postazioni per ricaricare bici e auto, macchine con 34 posizioni. La metà funziona già», conclude Albano.

Davide Barile

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