Secondo la fondazione Gimbe molte Regioni tra cui il Piemonte vanno verso la zona arancione

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PANDEMIA L’enorme quantità di nuovi casi «incontrando una popolazione suscettibile troppo numerosa, sta progressivamente saturando gli ospedali, di conseguenza, molte regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese». Così il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta facendo il punto sui posti letto ancora disponibili che, in caso di occupazione da parte di pazienti Covid, porterebbe ciascuna Regione in zona arancione al netto di un eventuale incremento dei posti.

Secondo il monitoraggio della fondazione Calabria e Piemonte non hanno posti disponibili in terapia intensiva e in area medica, alla Liguria resta un posto in intensiva e alla Sicilia 4 intensive.

Il Piemonte arancione?

«A dirlo saranno i numeri», dice il presidente della Regione Alberto Cirio. «Le valutazioni in genere si fanno il giovedì. Oggi (mercoledì 12 gennaio) abbiamo un ricovero in meno in intensiva, e 3 in più nei reparti ordinari. Sono numeri confortanti che non si possono però valutare giorno per giorno, ma nella loro evoluzione. Ieri in intensiva erano entrati 8 pazienti in più e nei reparti ordinari 66».

Cambiare i criteri per i conteggi

La Regione Piemonte ha chiesto alle aziende sanitarie una ricognizione settimanale dei ricoveri, per fornire al Ministero una fotografia periodica differenziando le persone in cura per il Covid da quelle positive al coronavirus ma ricoverate in ospedale per altre patologie. Su questo tema la Conferenza delle Regioni ha inviato una richiesta al Ministero il 4 gennaio a firma del presidente Fedriga. Aggiungono Cirio e l’assessore alla salute Luigi Icardi: «Il Piemonte continuerà a trasmettere i dati sulla occupazione ospedaliera in base alle norme ministeriali vigenti, tuttavia l’Unità di crisi ha chiesto alla aziende sanitarie del territorio una ricognizione settimanale».

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