Slot machine nei bar: il gioco ora aumenterà

Gioco, la legge regionale ha degli effetti collaterali

AZZARDO Manuela Ferrero è responsabile del progetto di prevenzione della patologia da gioco d’azzardo promosso dall’Asl Cn2 di Alba-Bra e dal consorzio Cis (Compagnia d’iniziative sociali).

Quali sono le cause e le dinamiche emergenti dai nuovi dati sul gioco on-line, pubblicati a dicembre?

«Le ragioni per cui si sviluppa una patologia sono molteplici e s’intrecciano a fattori familiari, relazionali, emotivi e sociali. I nuovi dati parlano di una moltiplicazione dei giocatori on-line con meno di 35 anni. Si tratta di persone molto più giovani rispetto a chi gioca con le slot. Risulta una crescita progressiva, inoltre, della componente femminile, che fino a ieri costituiva una minoranza. Le persone che sviluppano una dipendenza nel gioco virtuale non sono elevate, simili a quelle relative al gioco fisico, ma non per questo i numeri vanno sottovalutati. Si tratta di cifre che impattano sulla popolazione».

I lockdown hanno funzionato da incentivo o da deterrente per l’azzardo?

«Durante il 2020 i lockdown hanno sortito un effetto benefico su alcuni giocatori. Il clima sociale ed emotivo era denso di paura e incertezza, non solo dal punto di vista sanitario ma anche economico. Per molti ha funzionato da deterrente. Nelle fasi successive, invece, molti sono tornati a giocare, principalmente on-line».

La congiuntura attuale rischia d’innescare altre regressioni?

«Il clima attuale non aiuta. Tutti abbiamo bisogno di un rifugio nei momenti di preoccupazione e solitudine. Purtroppo, in un’atmosfera di difficoltà il rischio è che molte persone fatichino a trovare modalità di gestione delle proprie emozioni. Per questo è necessario lavorare sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione, a partire dalle scuole, coinvolgendo le persone in maniera diretta, costruendo conoscenza non solo sul gioco d’azzardo ma sulla dipendenza».

Qual è la situazione degli esercizi in cui si gioca?

«Dopo la legge regionale del 2016 anche nell’Albese abbiamo assistito a una considerevole diminuzione del gioco patologico: l’impossibilità di raggiungere i dispositivi ha funzionato da deterrente alla dipendenza. Tuttavia, ora, la nuova legislazione riduce lo spazio entro cui non è possibile installare apparecchi da gioco rispetto ad alcuni punti sensibili e ne dimezza la lista. In altre parole, favorisce la diffusione dei dispositivi. È presto per formulare previsioni, tuttavia non possiamo nascondere la preoccupazione rispetto al possibile moltiplicarsi delle dipendenze».

m.d.

3 domande a Maurizio Marello, consigliere regionale

Parliamo della situazione piemontese in tema di gioco d’azzardo con l’ex sindaco di Alba Maurizio Marello, in questo momento consigliere regionale di minoranza a palazzo Lascaris.

L’Agenzia delle accise, dogane e monopoli si è appena espressa in merito alla legge regionale del Piemonte del 2021 sul gioco d’azzardo, di fatto consentendo anche ai bar che li avevano rimossi di reinstallare gli apparecchi da scommessa. Che cosa accadrà ora?

Maurizio Marello

«Come avevo già avuto modo di osservare lo scorso anno, la legge regionale risultava ambigua su alcuni punti: in altre parole era interpretabile. L’Agenzia delle dogane, forse anche su pressione dei sindacati degli operatori del gioco, si è pronunciata nei primi giorni dell’anno, appellandosi al fatto che esiste un solo registro per gli operatori, il cosiddetto Ries, che include i bar allo stesso modo dei tabaccai e delle sale per le scommesse».

Dunque che cosa potrà accadere in un prossimo futuro?

«Da oggi in avanti, a meno che la legge regionale non venga emendata, i bar potranno reinstallare le slot che erano state rimosse dopo la normativa del 2016».

Che cosa significa in termini numerici per il Piemonte?

«Sul territorio regionale potremmo ritrovarci con 13 o 14mila apparecchi per il gioco d’azzardo in più rispetto alla situazione attuale. Una vera epidemia, che si va ad aggiungere a quella sanitaria in corso da due anni. La moltiplicazione delle macchinette da gioco nei territori cittadini corrisponderà per certo a un incremento dei comportamenti patologici, dunque delle ludopatie, con inimmaginabili danni sociali. Con il mio gruppo consiliare ci riuniremo nei prossimi giorni per capire come sollevare il problema e stimolare la Giunta del Piemonte a rapide prese di posizione. Non abbiamo certo bisogno di un’altra pandemia da azzardo!».

m.v.

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