I vandali sono padroni della stazione dei treni

I vandali sono padroni della stazione dei treni 3

BRA Il vetro della porta che conduce all’ufficio movimento della stazione ferroviaria braidese è rotto. Colpito da un sasso appuntito, recuperato tra quelli che coprono la fascia di terreno sotto i binari.

Il primo bagno maschile è chiuso, perché la porta è stata danneggiata e non funziona più. Alcuni vetri del Movicentro (la grande struttura comunale), lungo la parete che affaccia sul primo binario tronco, presi a sassate.

Così come la lastra di cristallo che chiude una facciata dell’ascensore tra il quarto e il quinto binario. E ancora: cartelli con le scritte in braille (per i ciechi) divelti, cestini dell’immondizia manomessi e muri del sottopassaggio interno, coperti di graffiti.

Disagio di addetti e viaggiatori

«I gesti di “ordinario” vandalismo non si contano più», dice sconfortato un distinto signore, che quotidianamente raggiunge la stazione per il treno che lo porta al luogo di lavoro a Torino. E aggiunge: «Questo posto sembra diventato “terra di nessuno” e quindi a disposizione di facinorosi, ancora pochi per fortuna, che si permettono di bistrattarlo senza ritegno».

Un’accusa pesante, rilanciata anche da chi la stazione la vive quotidianamente, svolgendo una preziosa azione di presidio: il personale che si occupa della pulizia quotidiana dei vari ambienti, i gestori del bar che si sono accollati anche l’incarico di chiusura e apertura del sottopasso pedonale e il personale di Rfi.

Commentano, all’unisono: «Troppo spesso si notano dei gruppi di giovani – sia italiani sia stranieri – che bivaccano in stazione, bevendo, scherzando e, pare, anche dedicandosi allo spaccio. Per non parlare dell’utilizzo dei bagni pubblici: in questi giorni, complice la brutta stagione, si infilano dentro in massa, schiamazzano, non rispettano gli accessori e rompono le porte».

Percorrendo tutto il marciapiede che costeggia il primo binario, l’occhio cade su un mucchio di valigie e di borse, piene di indumenti vari. Abbandonate accanto a una panchina, pare appartengano a una senzatetto che ha eletto la stazione come suo domicilio diurno. E che spesso vi si ferma pure a dormire, trovando riparo nella cabina dell’ascensore che porta dal sottopasso ai binari.

«Dovrebbero esserci maggiori controlli da parte delle Forze dell’ordine», commenta una signora che è ferma sul marciapiede in attesa della sua coincidenza, «specialmente da quando hanno deciso di chiudere il posto della Polfer e di trasferire gli agenti.

Soltanto così avremmo maggior rispetto della cosa pubblica e una stazione più decorosa». Probabilmente, la signora ha ragione.

Valter Manzone

Controlli ed educazione

«Tutte le volte che mi capita di passare dalle parti della stazione, faccio un giro al suo interno, per rendermi conto di persona delle varie situazioni che vengono denunciate». Parola di Gianni Fogliato, primo cittadino di Bra.

Che aggiunge: «Coscienti di alcune criticità che succedono quotidianamente, è mia preoccupazione, oltre a inviare sul posto pattuglie della Polizia municipale, anche chiedere l’intervento delle altre forze cittadine, quali i Carabinieri e la Polizia di Stato, che ringrazio per la collaborazione».

Aggiunge il primo cittadino: «Recentemente ho parlato anche di questi problemi al questore di Cuneo, che mi ha promesso interventi: nei giorni scorsi, per esempio, alcuni agenti della Polfer del capoluogo provinciale hanno prestato servizio a Bra».

Il vicesindaco Biagio Conterno (con delega alla sicurezza) concorda con il sindaco sulle misure da intraprendere per arginare il fenomeno del vandalismo: «Stiamo intensificando i controlli, compatibilmente con i turni di servizio della Polizia municipale; anche i Carabinieri e la Polizia di Stato sono al lavoro, per sostituire la Polizia ferroviaria che ormai da più di un anno non è presente in stazione».

E conclude: «Continuiamo a seguire con grande attenzione la situazione in stretto contatto con le Forze dell’ordine. Inoltre lavoriamo non solo sul fronte della repressione, ma anche su quello dell’educazione alla convivenza civile, al rispetto dei luoghi pubblici e alla legalità».

v.m.

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