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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Vërgnàch

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 6

VËRGNÀCH Individuo grossolano, zotico, villano, rozzo; vigliacco, infingardo, mascalzone; pigro, scansafatiche, ignorante.

Il piemontese è ricco di espressioni curiose, colorite, insolenti. Siamo certi che la lingua madre si manifesti negli stati d’animo più estremi. Qualche giorno fa una persona stava raccontando di un torto subìto e per apostrofare il presunto colpevole, lo ha battezzato con un sonoro vërgnàch! C’è chi per vërgnàch intende un individuo zotico, grezzo, villano. Altri lo associano a un infingardo mascalzone, mentre c’è chi lo dedica agli scansafatiche, pigri, insolenti e magari ignoranti. Il significato varia da zona a zona, ma ciò che accomuna tutti è il biasimo che esprime.

Anche l’etimologia si diverte con varie interpretazioni aneddotiche, tutte con il beneficio del dubbio. In passato il Piemonte vide molte persone partire per migrare e cercare fortuna altrove. Una delle mete più gettonate fu la vicina Francia, dove vi è una storica regione, rurale e montana, con caratteristiche morfologiche simili al Piemonte: l’Auvergnac. Chissà quali dinamiche possa aver giocato l’esclamazione sgradita. C’è poi chi con molta fantasia fa della parola vërgnàch un incrocio tra due bevande alcoliche, il vermouth e il cognac. Ipotesi improbabile, certo, ma tanto vale metterla sul piatto… o nel bicchiere.

La versione più assennata è quella del latino vernaculum, ossia un paesano, domestico (propriamente relativo agli schiavi nati in casa) da cui si trae l’espressione vernacolo, cioè la parlata colorita e a volte triviale radicata in un luogo. Per la presenza del suono palatale non si esclude l’incrocio con vergna (smorfia di disprezzo). Mi hanno anche raccontato questa: qualche abitante della bassa Langa pensava che vërgnàch fosse un’espressione locale per definire gli abitanti di Vergne. Il perché è forse da attribuirsi al fatto che sia una frazione esattamente suddivisa tra i Comuni di Barolo e Narzole, rivali storici. Sono sicuro che gli indulgenti abitanti di Vergne, nonostante sia terra di mezzo, non meritino l’appellativo disaminato oggi!

Paolo Tibaldi

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