Fallimento Omlat, i sindacati: «L’azienda ha lavoro, serve un investitore»

Fallimento Omlat, i sindacati: «L'azienda ha lavoro, serve un investitore»

CERESOLE D’ALBA Si riuniranno in assemblea, nei prossimi giorni, gli ottanta lavoratori coinvolti nel fallimento della Omlat: l’insinuazione nel passivo dell’azienda sarà, per loro, il primo passo, come chiarisce il delegato sindacale di Cgil-Fiom Domenico Calabrese, che segue da tempo la vertenza. «I lavoratori sono creditori privilegiati, abbiamo tempo fino al 22 aprile per le procedure».

La sentenza dei giudici di Asti non è stata, secondo la sua opinione, un fulmine a ciel sereno, «negli anni la Omlat ha accumulato debiti rilevanti: per questo la ex proprietà aveva fatto richiesta di un concordato in bianco. La decisione dei magistrati ha recepito la volontà dell’adunanza dei creditori che avevano respinto la proposta». La vicenda societaria è però slegata dall’andamento delle commesse, che non mancano, «la Omlat ha lavoro e maestranze competenti», riprende Calabrese, «speriamo che ci sia un imprenditore locale disposto a fare un investimento per rilanciarla».

«Nei prossimi giorni i delegati sindacali incontreranno il curatore fallimentare, l’avvocato Giorgio Todeschini di Asti, per una prima ricognizione sulla situazione degli stabilimenti, «l’aspetto positivo, pur in un quadro di difficoltà, è legato all’esercizio provvisorio concesso dal giudice». Significa che la produzione proseguirà, a Ceresole e Corneliano, in attesa di sviluppi, «chiederemo un incontro ai sindaci roerini per trovare possibili soluzioni», conclude il delegato di Cgil-Fiom.

Appello raccolto dal primo cittadino di Ceresole Franco Olocco: «L’esercizio provvisorio è un buon segnale: l’azienda potrà continuare a lavorare agli ordinativi, rimanendo “in vetrina” per nuovi investimenti. Il Comune è disposto a collaborare con nuovi imprenditori»

Davide Gallesio

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