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Colombini: «Nelle pagine di Fenoglio c’è l’aspetto umano della Resistenza»

Resistenza, la storia è alla prova dei fatti  con Chiara Colombini
La storica Chiara Colombini.

L’INTERVISTA Chiara Colombini, albese, fa parte del comitato scientifico che si dedica al Centenario fenogliano ed è stata tra gli ospiti della serata di apertura al teatro Sociale, il 1° marzo, giorno scelto perché è il compleanno di Fenoglio. È una studiosa dell’Istituto storico della Resistenza di Torino (Istoreto); Paolo Mieli la chiama nelle trasmissioni di approfondimento che cura per la Rai. In passato Colombini è stata coautrice con Aldo Agosti di Resistenza e autobiografia della nazione, la sua ultima opera è il fortunato saggio Anche i partigiani però…, edito da Laterza.

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Beppe Fenoglio al bar del Savona di Alba © Aldo Agnelli

Chiara, capita sempre più di frequente che, in occasione della presentazione di libri o nel corso di incontri con gli studenti le venga chiesto del valore delle opere di Fenoglio nella conoscenza della Resistenza. 

«Secondo me, la scrittura di Beppe Fenoglio è una fonte preziosissima. Non aggiunge, è ovvio, conoscenza sullo svolgimento dei fatti: stiamo parlando di letteratura, di racconti e romanzi, ai quali non si può e deve chiedere, per esempio, di essere puntuali su questo o quell’avvenimento bellico. Però ha la grande capacità di far comprendere dei nodi storiografici con un’immediatezza che spesso la scrittura degli storici non ha o che raggiunge con più fatica: la letteratura, la sua in particolare, ha il potere di rappresentare al lettore le emozioni e le sensazioni».

Il lato umano di quanto successe nei mesi della guerra civile.
«Ti fa capire le difficoltà, i contrasti, l’aspetto umano della Resistenza, le questioni politiche viste dalla sua posizione, che è specifica. È un punto di osservazione utilissimo. Oltre a fonte di piacere letterario, per il lettore Fenoglio è uno strumento importante anche dal punto di vista storico».

E quali altri scrittori vede in rapporto con questa prospettiva?
«Certamente Italo Calvino; apprezzo molto le bellissime pagine di Luigi Meneghello. Così come i racconti di Marcello Venturi. Tutta la letteratura, cito ancora l’Agnese va a morire di Renata Viganò, possiede la risorsa di saper mettere in luce, con una visione dall’interno, un contesto storico in modo diretto e coinvolgente».

Paolo Rastelli

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