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Le colline patrimonio Unesco anziché il meglio hanno ottenuto il peggio in fatto di autostrada

Le colline patrimonio Unesco anziché il meglio hanno ottenuto il peggio in fatto di autostrada

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, come cittadino albese, chiedo cortesemente spazio per raccontare tutta la mia amarezza e delusione. La sera del 21 febbraio mi sono recato alla pubblica assemblea indetta dall’osservatorio Langhe e Roero. Il tema, ahimé, ancora l’autostrada Asti-Cuneo.

È dalla metà degli anni Ottanta che sento parlare del miglior tracciato da realizzare. Dopo tanti studi e progettazioni il risultato finale, a parer mio, può essere riassunto con la proverbiale: “La montagna ha partorito un topolino”.

All’inizio del nuovo millennio si discuteva su un progetto ambizioso che prevedeva un lungo tunnel sulla tratta albese, il migliore a detta di tutti. Dopo quasi vent’anni di studi e ingenti somme spese, è stato accantonato perché troppo faraonico. Si è poi passati a un tracciato esterno, e questa è storia più recente, che prevedeva una sola galleria sul territorio di Verduno e, malgrado i pareri favorevoli anche questo è stato depennato. Il prescelto oggi e, probabilmente quello finale, è un percorso tutto in esterno, con un forte impatto visivo e il consumo di centinaia di ettari di fertili terreni. Parola d’ordine dal palazzo regionale è “fare in fretta”, anticipare la fine dei lavori già previsti per il 2024.

Sembra che il nostro territorio malgrado sia patrimonio mondiale dell’umanità, non meriti il miglior percorso a livello di impatto ambientale. E pensare che in questi decenni a proposito del nostro territorio e della nostra gente ho sentito tessere tante lodi. Tutti gli anni le cariche istituzionali in visita ce l’hanno sempre decantato: «Il vostro è un territorio ricco e produttivo che versa nelle casse romane fior di quattrini in tasse perché in esso vi operano persone oneste e laboriose».

Noi albesi non ci siamo mai lodati da soli, non abbiamo mai pianto per ottenere facile pubblico denaro. Neanche nel 1994, durante e dopo l’alluvione. Pensando alle vittime, rivivo con commozione quelle fasi, quando operai, impiegati, uomini e donne, spalavano fango insieme ai loro datori di lavoro per tornare al più presto alla “produzione”.

Sull’Asti-Cuneo, con particolare riferimento ai lotti albesi, la classe politica di ogni indirizzo, i sindaci e le Amministrazioni di Alba, Bra, Langhe Roero hanno perso un’occasione storica per unirsi, sensibilizzare la propria gente e insieme combattere e vincere una battaglia a tutela del nostro incantevole territorio e delle future generazioni che ci vivranno.

Giovanni Di Lorenzo

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