ASTI Gli aerei, diciassette in tutto, risultavano immatricolati nel registro della Federal aviation administration degli Stati Uniti ma venivano utilizzati nel nostro Paese per viaggi privati, di affari e persino per girare film e serie tv dai proprietari, che hanno evitato di pagare al fisco italiano due milioni e mezzo di euro di diritti sui velivoli importati: per questa ragione lo scorso maggio la Guardia di finanza di Asti, coordinata dalla Procura del capoluogo aveva ottenuto il sequestro preventivo dei velivoli in attesa della confisca.
I blitz dei reparti territoriali delle fiamme gialle erano scattati negli aeroscali di svariate Province d’Italia, fra cui Bolzano, Genova, Milano, Ravenna, Massa Carrara, Perugia e Ragusa: secondo gli inquirenti a gestire le pratiche di importazione temporanea degli aerei (condizione che permette di evitare i versamenti per un periodo massimo di 24 mesi) negli Usa sarebbe stata un’organizzazione specializzata. Nei giorni scorsi la vicenda si è arricchita di un nuovo capitolo: dopo il dissequestro ottenuto a giugno dai proprietari, col ricorso al Tribunale del riesame, a gennaio la Corte di cassazione pronunciatasi a favore del ricorso presentato a sua volta dalla Procura astigiana ha condotto a un nuovo decreto cautelativo dei velivoli eseguito dai finanzieri in attesa della decisione definitiva.