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9 maggio in Europa: due storie, due progetti

Il Parlamento europeo
Il Parlamento europeo

BRUXELLES Stimola qualche riflessione questo 9 maggio di guerra in Europa. Una data nella quale l’Unione Europea ricorda la dichiarazione Schuman del 1950 per un’Europa unita e la Russia la vittoria dell’Unione sovietica, nel 1945, sulla Germania nazista. Da quelle due date sono nate due storie che avrebbero potuto incontrarsi in un progetto condiviso di pace e democrazia nel continente europeo.

A impedire questo incontro fu il peso delle profonde divisioni che avevano segnato la storia dell’Europa e la Guerra fredda sviluppatasi fin dal 1947 tra Stati Uniti e Unione sovietica, tradottasi con la costruzione del Muro di Berlino nel 1961 che verrà poi abbattuto nel 1989, alimentando grandi speranze per la pace e la democrazia in Europa.

Purtroppo, le cose andarono diversamente, nonostante l’avvio del progetto di integrazione europea con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) nel 1951 che avrebbe contribuito, grazie agli importanti sviluppi successivi del processo di integrazione comunitaria, ad assicurare il più lungo periodo di pace per i Paesi che via via si associarono in questa straordinaria impresa di costruzione di una inedita “democrazia tra le nazioni”.

Non andò così dall’altra parte della cortina di ferro in una Unione sovietica dove la pace venne imposta, non senza pesanti repressioni militari, in un contesto politico autoritario che avrebbe a lungo impedito l’avvento della democrazia, senza riuscire a costruirla nemmeno nei tempi recenti con gli esiti che conosce oggi la Russia di Putin.

Così oggi l’Unione Europea ricorda con il 9 maggio un riuscito matrimonio tra pace e democrazia, senza nascondersi i rischi di tensioni in questa felice unione, mentre la Russia senza democrazia e nostalgica della sua vittoria militare si è assunta la responsabilità di portare la guerra in Europa, con un ritorno a un passato che credevamo di esserci lasciato alle spalle.

Dirà la storia le responsabilità degli uni e degli altri in questo ritorno al passato: quella della Russia nella guerra fredda prima e in quella calda adesso con l’invasione dell’Ucraina; degli Stati Uniti per la loro diffusa presenza politica e militare sul continente europeo, ma anche dell’Unione Europea, troppo lenta e poco coraggiosa nel mettere a frutto la sua democrazia per generare una cultura di pace in Europa e nel resto del mondo.

C’erano una volta la Svezia e il Parlamento europeo
Franco Chittolina, sociologo, ha lavorato per 25 anni nelle istituzioni europee

Un segnale inquietante in questo senso già era arrivato chiaro con la guerra nei Balcani negli anni ‘90 e riemerge adesso nell’incapacità di proporsi con forza come protagonista di pace nella tragedia del conflitto in Ucraina, un Paese dell’ex-Unione sovietica ai suoi immediati confini.

Troppo spazio di intervento è stato lasciato in Europa ai due principali protagonisti della guerra fredda, anche quando questa si andava allentando, mentre anche in tempi più recenti Russia e Stati Uniti continuavano a rafforzare i loro arsenali militari fino a fare oggi dell’Europa il loro campo di battaglia, dove è vittima con l’Ucraina anche, in misura diversa, l’Unione Europea.

Anche per queste ragioni non è festa per nessuna delle due parti il 9 maggio: non in Russia dove le vittorie militari non portano pace e democrazia e nemmeno nell’Unione Europea dove pace e democrazia sono minacciate.

Franco Chittolina

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