ALBA Per il Festival biblico “E vidi un nuovo cielo e una nuova terra” (Ap 21,1) il fondatore di Slow food, di Terra madre e dell’Università degli studi di scienze gastronomiche (della quale è anche presidente del Consiglio di amministrazione) interverrà con una prospettiva geopolitica che si concentra sull’oggi e sul richiamo dell’Apocalisse a imparare a leggere e a vivere il tempo presente. Che – è bene ricordarlo – è fatto di guerra (una guerra che non si sa perché sia iniziata e quando finisca, ma intanto miete vittime innocenti), crisi energetica, climatica, alimentare, finanziaria.
L’incontro di questa sera, venerdì 6 maggio, inizierà alle 18.30 nel Palazzo mostre e congressi di piazza Medford. Non è previsto lo streaming ed è obbligatoria la mascherina.
Mai come oggi – sostiene Petrini in Terra madre (Saggi Giunti) – il mondo ha avuto paura per il proprio futuro. Il futuro è sempre imprevedibile, ma questo senso di grande incertezza è causato dal modello di pensiero che è stato causa prima delle crisi. Un modello che ha fallito e non sa trovare soluzioni innovative al di fuori del sistema globale che ha creato. L’alternativa a un futuro di crisi deve partire dall’alimentazione: il futuro del cibo è il futuro della Terra. Riscoprire la centralità del cibo nelle nostre vite e nelle nostre attività, ci può aiutare a trovare una chiave interessante per immaginare un futuro migliore. Una Terra nuova, appunto.
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