Infortuni sul lavoro: 22 morti nel Cuneese

Immagine d'archivio
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IL PUNTO Nel Cuneese, gli ultimi due casi risalgono a poche settimane fa. Il 7 aprile due operai sono morti a poche ore di distanza, in due diversi posti di lavoro: il primo era un muratore di 60 anni, caduto da un’impalcatura a più di sei metri di altezza, in un cantiere a Roascio, in alta Langa; la seconda vittima era un uomo di 50 anni, schiacciato da una macchina insacchettatrice, in una cava di Villanova di Mondovì. Se il primo maggio è la festa dei lavoratori, non bisogna dimenticarsi che l’Italia è un Paese in cui uomini e donne continuano a morire ogni giorno sul posto di lavoro. E sebbene l’andamento d’infortuni e decessi sia in miglioramento rispetto al passato, rimane ancora molta strada da fare sul fronte della sicurezza e della formazione. Il 2021 non si è chiuso con un bilancio incoraggiante: secondo i dati dell’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), sono state 22 le morti bianche, su 258.816 occupati.

Nel calcolo, sono compresi solo i decessi avvenuti durante lo svolgimento dell’attività e non quelli in itinere, che si sono cioè verificati nel tragitto di andata o ritorno. In base a questo dato, l’Osservatorio sicurezza di Vega engineering pone la Granda all’ottavo posto in Italia per numero di morti in infortuni letali. Fa peggio in Piemonte la provincia di Torino, che si posiziona al quarto posto, con 35 decessi, ma con un numero di occupati che arriva a 906.961. Una delle grandi differenze tra Cuneese e Torinese, è rappresentato dal tipo di attività: nel nostro caso, sono predominanti l’industria e l’agricoltura, con incidenti spesso dall’esito fatale. Nel 2021 gli infortuni sul lavoro nella Granda sono stati 6.966, di cui 851 in itinere. Fanno parte del totale anche i contagi da Covid-19 avvenuti durante l’impiego, 625. La cifra più consistente è stata registrata nell’industria, con 5.229 denunce. 871 provengono dall’agricoltura e 866 rientrano nella voce che riguarda il personale scolastico e gli alunni.

SONO 1.221 IN ITALIA

Se si amplia il raggio di osservazione all’Italia, sempre in base ai dati ufficiali diffusi dall’Inail, si scopre che sono stati 1.221 gli incidenti sul lavoro con esito mortale nel corso del 2021: si contano cioè più di tre morti al giorno. Rispetto al 2020, quando erano stati 1.270, la diminuzione è stata del 4 per cento. In totale gli infortuni denunciati sono stati 555.236, lo 0,2 per cento in più rispetto all’anno precedente. Sono invece aumentate del 22,8 per cento le denunce relative a patologie di origine professionale, 55.288. Il Nord-ovest è una delle aree in cui si è registrata la riduzione maggiore delle morti bianche tra 2020 e 2021: in particolare, in Piemonte, sono stati 12 i decessi in meno. Sempre in base al confronto tra le regioni, da noi risultano in diminuzione anche le denunce per incidenti sul lavoro, che sono state 7.816 in meno nel 2021. A livello nazionale, sul totale degli infortuni, rientrano anche i contagi da Covid-19: da marzo 2020 a dicembre 2021 sono stati 191mila, il 16,7 per cento delle denunce registrate.

L’IMPENNATA NEL 2022

C’è un aspetto da precisare: il 2020 e il 2021 sono stati anni anomali, nei quali l’attività lavorativa è stata ridotta a causa dei vari lockdown. Lo  dimostrano i dati relativi al primo bimestre del 2022: secondo il recente rendiconto dell’Inail, complice la ripresa del lavoro, tra gennaio e febbraio, sono state registrate 121.994 denunce, il 47,6 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Di queste, 114 sono relative a decessi. Rispetto al primo bimestre del 2020, il fenomeno è in risalita del 26,4 per cento. L’incremento più consistente riguarda proprio il Nord-ovest, dove le denunce d’infortunio si sono impennate del 65,4 per cento. A livello nazionale, sono stati denunciati più incidenti riguardanti sia operatori italiani (+50,8 per cento) che extracomunitari (+36 per cento) e stranieri comunitari (+20 per cento). Con riferimento al solo mese di febbraio, l’Inail ha anche segnalato l’aumento nei singoli settori: nell’industria e nei servizi, la crescita di denunce è stata del 46,9 per cento, passando dai 70.565 casi del 2021 ai 103.661 del 2022; in ambito agricolo, l’incremento è stato più contenuto, pari al 2,5 per cento, da 3.351 infortuni denunciati a 3.435.

Francesca Pinaffo

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