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Le interviste a Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli, ospiti al festival Ën-pi

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Francesco Magnelli, Ginevra Di Marco e Andrea Salvadori. Foto © Guido Mencari.

MUSICA Domenica 8 maggio, nell’ambito del festival Ën-pi, ideato da Barbara Borra e organizzato insieme all’Anpi albese, si è tenuto, al teatro sociale Giorgio Busca, il concerto della cantante Ginevra Di Marco, accompagnata dal tastierista Francesco Magnelli e dal chitarrista Andrea Salvadori. Di Marco e Magnelli fecero parte dei Csi, gruppo protagonista del concerto Un giorno di fuoco, tenutosi il 5 ottobre 1996 nella chiesa di San Domenico in ricordo di Beppe Fenoglio.

Di Marco, che ricordi ha del concerto del 1996?

«Ad Alba abbiamo lasciato un pezzo di cuore, è sempre una grande emozione tornarci. Subito i ricordi ci riportano a quella magica serata, potente e densa di significato. Nell’occasione fummo in grado di intercettare dubbi e fragilità dei giovani di allora. Come Csi accettammo molto volentieri di partecipare alla serata. Forse, però, ci accorgemmo soltanto in seguito del grande significato che ebbe».

Attraverso la musica è più facile trasmettere i messaggi?

«La musica è un veicolo molto potente per trasmettere emozioni e messaggi, che diversamente sarebbero difficili da esprimere. Mi piace andare a intercettare personaggi come Mercedes Sosa e Luigi Tenco, artisti che sono stati icone di libertà, lotta e Resistenza. Lavorare come interprete è anche un’occasione per dare vita e slancio a ciò che, diversamente, non si ascolterebbe più. Ho sempre voglia di contaminarmi con buoni maestri. A cominciare da Giovanni Lindo Ferretti, con il quale ho collaborato per dieci anni. Condividendo il palco mi ha insegnato molte cose, soprattutto l’essere indipendenti e non pentirsi di quanto si è fatto. Oltre al centenario di Fenoglio, nel 2022 cade anche quello di Margherita Hack, con la quale portammo in scena L’anima della Terra vista dalle stelle. Fa piacere ricordare questi personaggi bellissimi tutti insieme. Margherita era unica nel suo genere, davvero punk, esempio di serietà e cultura diretta e senza fronzoli. In suo ricordo stiamo preparando uno spettacolo: con noi ci sarà la fisica, divulgatrice scientifica e drammaturga Gabriella Greison».

Magnelli: «Il concerto del 1996 ha per noi un valore enorme»

Francesco Magnelli, tastierista ex Litfiba, Cccp e Csi, accompagna la cantante (e compagna di vita) Ginevra Di Marco.

Che ricordi ha di quella serata del 1996, Magnelli?

«Per tutti noi quel concerto ha un valore enorme, sappiamo che è entrato a far parte della storia. Da Un giorno di fuoco abbiamo preso spunto anche per l’esibizione di domenica 8 maggio. Il repertorio di Ginevra come cantante solista è legato al tema della Resistenza in senso ampio, anche declinato al presente. Si passa dalla musica argentina di Mercedes Sosa a Tenco, fino a un brano di Modugno come Malarazza, peraltro molto vicino al modo di raccontare di Fenoglio»

Quanto è cambiato il mondo rispetto a 26 anni fa?

«Non potevo immaginare la direzione che avrebbe preso il mondo, anche se accanto a me avevo Ferretti che, a modo suo, sapeva essere un po’ premonitore. Penso anche ai grandi cambiamenti tecnologici che, di conseguenza, hanno interessato anche la musica. I temi sociali e civili erano forse più sentiti, i grandi raduni musicali non esistono più, ma questo ci interessa fino a un certo punto: continuiamo a fare quello che riteniamo giusto».

Sarà possibile ascoltare di nuovo i Csi suonare tutti insieme?

«Sporadicamente abbiamo fato delle reunion, l’ultima nel 2015 ma senza Ferretti. Con Massimo Zamboni ci troviamo ogni tanto, ritengo però difficile riproporre nuovamente un macchinone come i Csi dopo tanto tempo. Ognuno ha preso la propria strada, eravamo un gruppo abbastanza diverso, anche come caratteri, ma creavamo affinità per creare musica. Ritengo che la diversità sia una fonte inesauribile di crescita, ti pone davanti al confronto e al dubbio, la cosa più importante nell’arte».

Davide Barile

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