Abitare il piemontese: questa settimana facciamo una Rogassion

Rogassion (pronuncia rugassiun): rogazioni, processioni in preghiera volte alla supplica meteorologica per favorire il raccolto agricolo.

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Ciamé

ABITARE IL PIEMONTESE A volte basta parlare pochi minuti con una persona anziana per ricevere saggezza e sfumature preziose di vita. Nei giorni scorsi un anziano mi ha detto che seppur con tutta la gramizia e la blaga che c’è a questo mondo, siamo tutti uguali davanti alla natura, specie se viene a mancare l’acqua come di questi tempi. È lo stesso anziano che, per descrivere una persona corretta e gentile, la definisce di una volta. Un tempo, quando il settore primario era preponderante ed era molta la fatica fisica estrema dovuta al lavoro rurale, succedeva che il meteo non fosse complice e rovinasse l’intero raccolto. Succede ancora oggi, ma un tempo c’era un ultimo appello divino a cui rivolgersi: la preghiera, saggiamente chiamata in piemontese ëȓ bin o ëȓ ben, il bene. Del resto benedire, significa dire il bene. E la parola è foriera per pensiero e azione.

Tra le varie pratiche del cristianesimo vi sono le rogassion (pronuncia rugassiun). Cos’erano? È proprio necessario usare il passato perché ora non sono più recitate. Dal latino rogare (chiedere, interrogare), le rogassion altro non erano che preghiere specifiche per il mondo agricolo, spesso recitate durante pubbliche processioni per chiedere di propiziare il raccolto. Quando vi era siccità si recitavano le rogassion perché piovesse un po’, viceversa quando la pioggia era esageratamente abbondante, si pregava perché questa cessasse. Nel racconto Pioggia e la sposa di Beppe Fenoglio, una madre severa ordina gridando a suo figlio, prete per costrizione Recita un pezzo delle rogazioni! a causa dell’eccessiva pioggia annunciata sin dal titolo.

La pratica delle rogazioni si rifà all’antica tradizione degli Ambarvali, una serie di riti celebrati nell’antica Roma in onore di Cerere, per propiziare la fertilità dei campi. Fé le rogassion è anche la metafora per descrivere chi gira da un’osteria all’altra. Che cos’ha in comune con le preghiere meteorologiche? Probabilmente la somiglianza con la processione che le caratterizza, seppur di tutt’altra natura e finalità.

Paolo Tibaldi

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