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Alec: un viaggio tra Emirati Arabi e Oman con Crosetti e Prosperi

Alec: un viaggio tra Emirati Arabi e Oman con Crosetti e Prosperi 2

ALBA L’associazione Alec ospiterà venerdì 4 novembre alle 21 nella sede di via Vittorio Emanuele II, Emanuela Crosetti e Massimo Prosperi. I due fotografi viaggiatori attraverso immagini e  narrazione condurranno il pubblico in una sorprendente esplorazione degli Emirati Arabi e dell’Oman. Entrambi i Paesi sono situati all’interno della penisola arabica, ma per buona parte con visioni diverse, ognuno con le proprie tradizioni e i propri retaggi storici da custodire. Li accomuna una natura praticamente incontaminata e un esemplare senso di accoglienza. Tutto il resto sono angoli da svelare e suggestioni da cogliere con occhi nuovi, tanta curiosità e un pizzico di coraggio.

Cosa si cela oltre il lusso di Dubai e gli sfrenati eccessi estetici di Abu Dhabi, alle spalle di questo litorale iper-inflazionato dal turismo, scintillante di futurismi, facciate ingioiellate e architetture avveniristiche?

Crosetti: «Si cela una realtà quasi del tutto ignorata dai grandi flussi di stranieri in vacanza e di cui, a torto, poco si parla. Un territorio dalle radicate tradizioni secolari e all’insegna del multiculturalismo più variopinto, dove le animate corse dei cammelli sono all’ordine del giorno, così come i polverosi mercati di bestiame e la caccia con il falco. Gli abitanti non sono abituati a incontrare viaggiatori, eppure quando accade, sono in grado di perdersi in eterni dialoghi e interminabili tazze di tè al cardamomo o di caffè arabo, montagne di datteri inclusi. Ma gli Emirati sono anche e soprattutto gli anarchici silenzi del Rubʿ al-Khālī, disarmante deserto senza confini e senza perdono che solo quel matto di Wilfred Thesiger ebbe fegato di attraversare; o le città sorte appena un attimo fa dal nulla, laddove prima non vi era che sabbia e vento. Poi misteriose montagne disabitate, laghi verdi, fortezze abbandonate, antiche oasi carovaniere dal fascino coloniale e persino la prigione politica di Al-Razeen, in pieno deserto, la “Guantanamo degli Emirati”».

Esistono rischi per i viaggiatori?

Crosetti: «Occorre non essere troppo curiosi in questo Paese: c’è da rischiare la pelle. Per esempio avvicinandosi più del dovuto all’ancora indefinito confine con l’Arabia Saudita, o tentando di esplorare la bizzarra enclave degli Emirati nell’enclave nell’Oman, un’avventura geopolitica di strade rocciose, pendii in perenne caduta massi, fragili frontiere e invisibili divieti. Così invisibili, che a volerli evitare, ci si finisce sempre in mezzo».

Perché l’Oman come meta del viaggio? Ci racconti il tuo itinerario?

Prosperi: «L’Oman è certamente il paese turisticamente più esplorato della penisola arabica . La vera sfida, allora, può essere esplorarlo con un taglio diverso da quello offerto dai soliti itinerari “mordi e fuggi”, per cercare di conoscere e capire un luogo che, per la sua posizione di ponte naturale fra il subcontinente indiano e il Corno d’Africa, nei millenni è sempre stato crocevia di popoli e melting pot di razze, ma soprattutto laboratorio di tolleranza e di convivenza. L’Oman è la terra di Aladino e di Sindbad il marinaio, la terra dell’incenso e della mirra, patria di navigatori e covo di pirati. Secondo l’antico poeta Ahmed bin Majid al-Najdi, è il luogo “dove è possibile fare affari d’oro e provare meraviglie impensabili altrove”. È terra di aspre e spigolose montagne, inespugnabili fortezze e desolate distese di rocce nere, vertiginosi canyon, oasi rinfrescanti e coste fiabesche.  Ma viaggiare in Oman non è solo un piacere per gli occhi. È anche una gioia per il cuore, quando, fermandosi a parlare, si scopre la generosità di un popolo che trasforma l’ospitalità da concetto astratto a piacere concreto di donare; una delizia per il palato, quando si sperimenta una cucina che è anch’essa, da secoli inconsapevolmente già fusion, fra tradizione araba e indiana. Infine è una rivelazione per la mente, quando si esplora la visione omanita dell’Islam, l’ibadismo che, col suo rifiuto per ogni forma di violenza, è la base di una società dove “la moschea è al centro del suq, ma ognuno può raggiungerla nel modo che preferisce”».

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Oman, foto di Massimo Prosperi

Emanuela Crosetti vive in provincia di Asti, laureata in Economia e in Filosofia  è giornalista e fotografa. Ha collaborato con riviste nazionali musicali quali Buscadero, Jam, Chitarre e alla realizzazione di fotografie per libri come Summer Of Love del produttore dei Beatles George Martin (Coniglio Editore), Nessuna Resa Mai, biografia di Massimo Priviero (Meridiano Zero), Happy, biografia di Keith Richards (Meridiano Zero), Figli dei Fiori Figli di SatanaDelitti Rock (Arcana Editore), Psycho Killer (Edizioni Ultra) e La storia del rock (Hoepli) di Ezio Guaitamacchi. Presente come fotoreporter a Oslo nel 2009 per il conferimento del Premio Nobel per la Pace a Barack Obama. Ha condotto interviste ad artisti di fama internazionale.

Massimo Prosperi nato ad Acqui Terme vive da sempre a Cassine. Iscritto all’Albo dei Giornalisti oltre a collaborare con RadioPNR dal 2007 è redattore presso il settimanale L’Ancora di Acqui Terme. Ha partecipato alla stesura delle ultime cinque edizioni dell’Annuario del calcio Piemonte ed è autore, insieme a Marco Ghezzi e Vito Fanelli, dell’Annuario del Calcio Provinciale di Alessandria. Come scrittore ha firmato  diversi libri, quasi tutti a carattere sportivo. Dal 2018 grazie allo scrittore Pierdomenico Baccalario, è entrato a far parte della squadra di ghost writers dell’agenzia Book on a Tree:  sette libri in tre anni, tutti usciti con Mondadori o Mondadori Electa.

Dall’amicizia tra Emanuela Crosetti e Massimo Prosperi è nato il progetto di un portale ispirato alla visione del viaggio come esperienza www.professioneviaggiatore.it

Bruna Bonino

 

 

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