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Case di riposo: con i visitatori si torna alla vita

Case di riposo: con i visitatori si torna alla vita

TERZA ETÀ «Ma si può davvero? Ogni giorno?». Sono state le prime parole di una ultranovantenne, ospite di una residenza per anziani dell’Albese, quando ha rivisto per la prima volta la nipote sulla porta della sua camera. «Aveva gli occhi lucidi, perché non era più abituata a vedermi lì», racconta la ragazza. «A parte alcuni momenti in cui ha avuto gravi problemi di salute, non entravo liberamente nella struttura da oltre due anni. Fino a qualche giorno fa, le visite avvenivano in un salone comune, per non più di quaranta minuti: mi è sembrato che, dopo questi anni così difficili, il suo sguardo sia tornato vivace».

Mentre nell’ultimo anno le restrizioni legate al Covid-19 a poco a poco venivano meno, anche grazie all’immunizzazione dei vaccini, le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) erano l’unico luogo in cui vigevano prenotazioni, tempi limitati e giorni prestabiliti per le visite ai degenti. Solo il 31 dicembre, con l’abrogazione del decreto legge 44 del 1° aprile 2021, le limitazioni sono cessate. L’articolo 7 della legge 199 del 2022, ha anche fatto decadere l’obbligo di green pass per accedere alle strutture. Il contesto legislativo è complesso, gli effetti semplici: le Rsa riaprono all’esterno, ma fino al 30 aprile personale e visitatori devono indossare una mascherina.

Lo conferma Luca Monchiero, responsabile della Commissione di vigilanza dell’Asl Cn2, l’ente che monitora il rispetto delle norme nelle strutture presenti nella giurisdizione: «In Piemonte, torniamo alla situazione precedente alla pandemia e alla legge regionale del 2012 che regolava l’accesso alle strutture: i giorni e la durata delle visite non hanno più restrizioni e va consentito l’accesso alle camere di degenza degli ospiti. In egual modo non è più prevista la presenza di volontari e non è più necessario per la struttura organizzare gli ingressi su appuntamento». E se le strutture non si adeguano? «Non abbiamo potere sanzionatorio, ma possiamo intervenire con raccomandazioni alla dirigenza, se i familiari segnalano il permanere delle limitazioni».

Il rischio esiste anche perché ci sono direttori sanitari favorevoli a una riapertura totale e altri propensi a un atteggiamento restrittivo. Spiega l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi: «Ci atteniamo alle indicazioni nazionali ed eventuali misure applicate dai singoli gestori devono trovare giustificazioni adeguate».

Ci pensa la fondazione Promozione sociale di Torino, a raccogliere segnalazioni non solo sul territorio regionale ma in tutta la nazione, a tutela dei diritti delle persone non autosufficienti. Andrea Ciattaglia si occupa della questione: «Ci sono strutture in cui le visite continuano a essere limitate. C’è chi chiede nuove linee guida dalla Regione, ma non è necessario: esiste un quadro normativo nazionale aggiornato e soprattutto una legge regionale, in vigore, che regola gli accessi. Per questo ogni restrizione deve essere ritenuta illegittima e non si può nemmeno imporre un numero chiuso per le visite; gli ospiti delle strutture hanno il bisogno e il diritto di vivere a pieno i rapporti familiari recuperando la socialità persa negli ultimi due anni».

Prosegue Ciattaglia: «In alcune Rsa si interpreta un passaggio della legge come una sorta di potere discrezionale dato ai direttori sanitari, chiamati ad assicurare “idonee misure di protezione individuali”. In un contesto nel quale è la stessa legge a mantenere l’obbligo della mascherina come forma di tutela dei degenti non sono necessarie altre limitazioni».

La fondazione ha predisposto un modulo precompilato con il quale richiedere alle strutture l’applicazione della legge: «Ai familiari, consigliamo di cominciare con una richiesta informale per passare a una formale: se la struttura conferma le restrizioni, prima di tutto è necessario rivolgersi alle commissioni di vigilanza, quindi valutare ulteriori passaggi».  

La San Paolo senior housing ha accolto i suoi primi ospiti

Alla San Paolo senior housing di via Liberazione ad Alba i primi ospiti sono arrivati nei giorni scorsi. Al primo piano della struttura, gestita dal Consorzio obiettivo sociale, sono stati realizzati alloggi per anziani autosufficienti, mentre ai livelli superiori si trova la Rsa vera e propria, con diversi nuclei a seconda del livello di assistenza richiesta, dalla media all’alta intensità.

Spiega il direttore Mattia Scapino: «La risposta è stata molto buona, i primi due piani della struttura sono pieni e abbiamo già persone in attesa per il terzo piano. Dedicheremo questi giorni agli inserimenti, scaglionati su diverse riprese, così da permettere a ogni ospite di ambientarsi al meglio. Abbiamo formato anche la squadra del personale: tra le diverse professionalità, siamo un gruppo di 21 persone». A proposito delle visite, la posizione della nuova residenza è chiara: «Finalmente le restrizioni sono venute meno, così da permettere agli ospiti e alle loro famiglie di vivere la struttura come un luogo aperto. Nel nostro caso, fermo restando l’obbligo di indossare la mascherina, l’accesso sarà libero dalle 9 alle 12 ogni mattina, così come dalle 15 alle 18 del pomeriggio».

Aggiunge Roberto Tuninetti, direttore del Consorzio obiettivo sociale: «Nelle nostre strutture, sedici in tutta Italia, abbiamo adottato la stessa politica, anche perché la quasi totalità degli ospiti ha avuto la quarta dose di vaccino anti Covid-19 e la mascherina permette di tutelarli. Certo, il tema delle visite è dibattuto, ma per noi in questo momento sussistono le condizioni per permettere agli anziani di rivivere a pieno i legami affettivi, un aspetto fondamentale per il loro benessere».

Alla Ottolenghi un mese di transizione verso la normalità: si entra liberamente cinque ore al giorno

I nonni e i familiari, divisi per prevenzione, uniti in videochiamata

«Le norme non erano più coerenti con il contesto: non aveva senso chiedere di rispettare pesanti restrizioni nelle strutture, quando da mesi gli anziani possono uscire liberamente e rientrare dopo aver condotto una vita del tutto normale all’esterno». È l’opinione di Cinzia Ramello, direttrice della casa di riposo Ottolenghi, di corso Asti ad Alba: la Rsa ha riaperto ai parenti dopo l’Epifania.

«Abbiamo avvertito i familiari delle novità: possono accedere per due ore al mattino e tre al pomeriggio, senza prenotazione, devono usare mascherina e lavare le mani». La Ottolenghi ha deciso di procedere per gradi: «Avevamo già riaperto ai visitatori, ma il venir meno delle ultime restrizioni comporta comunque un cambiamento: questo mese sarà una fase di transizione. Ai familiari si è chiesto di venire a far visita ai loro cari due alla volta, prediligendo gli spazi comuni. Se l’anziano ha problemi di salute e resta nella camera, abbiamo domandato di ridurre a un solo visitatore le presenze nel locale, così da non affollare la struttura, e permettendoci di monitorare gli afflussi. Ci affidiamo al buon senso delle persone, soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di indossare la mascherina, così che tutto possa andare per il meglio». Previsione confermata in queste settimane: «Non ci sono stati problemi e siamo felici del graduale ritorno alla normalità, importante per gli ospiti e anche per noi».  

Francesca Pinaffo

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