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Le fragilità di un territorio non devono essere addossate a una struttura di quindici ragazzi

Le fragilità di un territorio non devono essere addossate a una struttura di quindici ragazzi
La Casa degli angeli a Canale ospita una quindicina di minori stranieri

LETTERA AL GIORNALE Egregio direttore, in riscontro all’intervista rilasciata dal sindaco di Canale, Enrico Faccenda, alla giornalista Elena Chiavero e pubblicata su Gazzetta d’Alba martedì 6 dicembre 2022, non comprendo le accuse insensate che il sindaco di Canale ha rivolto alla nostra struttura di accoglienza come se la piccola comunità fosse la causa di ogni malessere che si respira sul territorio. Stiamo parlando di 15 ragazzi su una popolazione totale di 5.700 abitanti circa.

Il nostro operato è strettamente connesso e in linea con le normative vigenti nazionali sui minori stranieri non accompagnati, che non permette un margine operativo lasciato al caso. Le accuse sono gravissime e infondate per quanto riguarda la gestione della struttura ma, soprattutto, screditano la notevole professionalità degli operatori che operano nei vari ambiti.

Noi operiamo in équipe multidisciplinare, con regole ben precise, orari definiti e con progetti individuali personalizzati per ogni ragazzo. Le attività vengono verificate da ogni servizio sociale interessato e controllate dagli enti pubblici preposti. Ogni ragazzo frequenta un percorso scolastico e partecipa a un progetto d’integrazione nella comunità, sulla base del suo percorso. Quando è possibile, grazie alle scuole, vengono attivati degli stage lavorativi. Per poter parlare di integrazione reale e concreta occorrerebbe che le autorità locali (sindaco in primis) coinvolgessero i ragazzi in attività come, a esempio, lo sport. La nostra struttura, in diverse occasioni, ha chiesto all’ente comunale la possibilità di accedere alle palestre del territorio. La risposta è sempre stata: no! Senza altre spiegazioni.

AI fine di promuovere una corretta integrazione nel tessuto sociale del territorio, la domenica, a nostre spese, affittiamo un campetto da calcio per poter far giocare i nostri ragazzi, i quali sono sempre accompagnati da due mediatori culturali.

In merito alle dichiarazioni del primo cittadino relative alla chiusura della struttura in passato, preciso che la comunità non è mai stata chiusa per motivi di sicurezza pubblica o a cagione di disordini. È, pertanto, molto grave strumentalizzare le molte fragilità già esistenti sul territorio del Comune addossandole a una struttura di 15 ragazzi. Ancora più grave è il fatto che, in molte occasioni, si parli di integrazione legata alla volontà di combattere l’emarginazione sociale, quando poi, nel concreto, non vi sia una reale progettualità in tal senso da parte di chi dovrebbe curare gli interessi della comunità di Canale.

Non dico che il nostro lavoro debba essere considerato più meritevole di altri, ma credo che non dovrebbe neppure essere disprezzato, tanto più da un sindaco che rappresenta, pur sempre, nel tessuto locale, il primo riferimento istituzionale a cui guardano i cittadini.

 Maria Margherita Lorenzone,  legale rappresentante  Casa degli angeli di Canale

Gentile Lorenzone, il nostro servizio aveva raccolto la segnalazione di alcuni cittadini di Canale che lamentavano situazioni difficili dovute ai giovanissimi ospiti della struttura (il cui nome non era citato nell’articolo). Tra i disagi segnalati il danneggiamento di cose private, il disturbo della quiete pubblica a tutte le ore del giorno e della notte, dispetti, lancio di petardi. In merito alle chiusure della struttura citate nella lettera, il sindaco Enrico Faccenda nell’articolo non ha parlato di un provvedimento legato ai disordini bensì a «regole non ottemperate in merito ai locali e alla sicurezza interna». Il sindaco aveva spiegato (come riportava il nostro articolo) che: «Dopo aver inoltrato segnalazioni all’Asl la struttura era stata chiusa, per poi riaprire in seguito alla messa a norma dei locali».

e.c.

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