L’ITINERARIO Parlare di Langhe significa avere a che fare con un’area complessa sotto diversi punti di vista. Anche un cammino che si prefigge di toccare tutti i punti principali delle colline più alte è ostico nella consultazione. Se nei decenni passati c’era poca consapevolezza, da parte di abitanti ed escursionisti, del potenziale rappresentato dai sentieri langaroli, oggi la lacuna è colmata dalla Grande traversata delle Langhe (Gtl). In un centinaio di chilometri si toccheranno altitudini dai 220 agli 880 metri.
La prima tappa della Gtl va da Castino a Cortemilia. Noccioleti, aspri boschi e terrazzamenti con filari fanno da contorno alle tracce. Vale una visita l’Ecomuseo dei terrazzamenti, situato in centro e nei pressi di Monte Oliveto. Da Cortemilia si arriva a Bergolo, una settantina di abitanti, un centro storico in pietra e tante iniziative culturali.
Il tratto successivo punta verso Prunetto, paese il cui profilo è caratterizzato dal massiccio castello. All’interno del maniero è ospitato il museo etnografico e del mulo, per secoli fedele alleato dell’uomo, soprattutto per il trasporto.
Un percorso tra storia, natura e eccellenze locali
Poi si va verso Gottasecca e la Valle Uzzone, transitando da una delle ultime faggete sopravvissute in Langa. Gottasecca è celebre per essere il paese di Felice Bertola, campionissimo della pallapugno, e di Amedeo Ravina, uno dei promotori dei moti rivoluzionari del 1821, ricordato da un busto.
Tappa successiva è Saliceto, al confine con la Liguria, e in seguito si arriva a Mombarcaro. A 897 metri è detto il tetto delle Langhe perché, in certi giorni, è possibile vedere il Mar Ligure. Un buon punto di osservazione è il piazzale del cimitero. Fuori dal concentrico, nella borgata Lunetta, sorge la galleria d’arte Lunetta 11.
Da Mombarcaro si va a San Benedetto Belbo, centro la cui storia inizia attorno al Mille con la fondazione del monastero Benedettino. La sua epopea più recente l’ha cantata Beppe Fenoglio, che qui trascorreva la stagione estiva a casa di parenti. Numerosi i luoghi citati dallo scrittore albese: dei due ippocastani sotto ai quali godeva dell’ombra ne è rimasto uno solo, ma sono ben conservate le panchine di pietra sulle quali scriveva. Il fiore all’occhiello è la recuperata Censa di Placido Canonica con il suo percorso letterario interno.
Da Murazzano a Bossolasco sono le poche pecore delle Langhe rimaste a tenere compagnia al camminatore. Nel centro di partenza vale una visita la torre panoramica. A Bossolasco la presenza di numerosi pittori, che negli anni Settanta vi trascorrevano lunghi periodi, è testimoniata da una mostra a cielo aperto nella salita che conduce alla piazza centrale. Da qui a Serravalle e ad Albaretto si viaggia sempre in cresta, con splendide viste sul Monviso, sull’arco alpino e sull’altipiano cuneese. Anche ad Albaretto si può salire sulla cima della torre, richiedendo le chiavi al circolo La torre.
I percorsi finali passano da Benevello, Pavaglione, Cravanzana, Niella e di nuovo San Benedetto.
Davide Barile