ALBA C’è speranza per i cantieri legati al Superbonus 110% fermi sotto le torri da oltre un anno, dopo le modifiche alla normativa e soprattutto al tracollo della vecchia Egea?
La risposta è sì, ma solo in parte e solo per qualcuno. La questione è di forte attualità: nei quartieri residenziali albesi, non è difficile imbattersi in cantieri fermi a metà, con i ponteggi montati, le coperture danneggiate e non pochi disagi.
Le speranze si sono in parte riaccese con la nascita della nuova Egea holding, grazie all’ingresso di Iren. Nel nuovo gruppo è confluita anche Egea Pt (produzioni e teleriscaldamento), la società che si era fatta carico della questione dei bonus. Ma, per i condomini traditi dall’agevolazione, non è ancora tempo di festeggiare.
Da Egea, al momento, nessuno interviene ufficialmente sulla questione. Filtrano, però, alcuni dettagli. Sembra che, nel lungo elenco di complessi lasciati incompiuti dall’azienda dell’ex amministratore Pierpaolo Carini, soltanto otto possano sperare nella ripresa dei lavori. Sono quelli assorbiti, nel momento dell’acquisizione, nella nuova holding. Il criterio sarebbe uno solo: sono i palazzi – ad Alba e non solo – in cui il teleriscaldamento è gestito da Egea.
Certo, non per tutti si prospetta lo stesso scenario e molto dipende da quanti lavori sono stati rendicontati fino allo stop. Senza dimenticare che nel frattempo è cambiata la normativa e che i condomini in questione potranno fruire dell’agevolazione in base a quanto è possibile allo stato attuale. Insomma, il 110 per cento sembra comunque un miraggio.
E per tutti gli altri? Le speranze sono a zero, dal momento che sarebbero rimasti incastrati tra i meandri della vecchia Egea, oggi una scatola vuota priva di risorse.
Nessuna opposizione all’omologa
A proposito della multiservizi, la scorsa settimana si è chiuso a tutti gli effetti il capitolo del salvataggio. Il Tribunale di Torino avrebbe rigettato due istanze di opposizione al provvedimento che ha avallato i piani di risanamento, così da consentire all’azienda di continuare la propria attività.
Obbligazionisti e fornitori avevano un certo periodo di tempo per fare ricorso contro l’omologa dello scorso 28 giugno, ma alla fine nessun tentativo di opposizione ha avuto corso.
Si è chiuso così questo capitolo: Iren, ormai di casa in corso Nino Bixio, può guardare al futuro senza pesi ulteriori rispetto a una situazione aziendale che senza dubbio necessita di essere sanata da più punti di vista.
Resta ancora aperto il capitolo giudiziario nei confronti di Carini e degli altri manager finiti nei fascicoli della Procura astigiana.
Francesca Pinaffo