ALBA Nei mesi scorsi, il comitato Acqua bene comune aveva posto l’attenzione sul fatto che la Granda avesse perso 43 milioni di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un bando a cui l’Ato4, l’ente che gestisce la materia a livello provinciale, aveva partecipato con una serie di progetti volti a ridurre le perdite d’acqua, piuttosto ingenti. Di tale situazione erano stati imputati i gestori privati – Egea acque, Alpi acque e Alse – che non avevano firmato l’accordo per formare il raggruppamento temporaneo di imprese necessario.
Il risultato era più che prevedibile: nella graduatoria dello scorso 6 maggio stilata dal Ministero delle infrastrutture, la proposta dell’Ato4 era stata bocciata.
La scorsa settimana, ad aggiornare la situazione è stato Davide Falletto, nuovo presidente dell’ente: alla fine, grazie allo scorrimento delle graduatorie, arriveranno nella Granda 23,5 milioni di euro.
Serviranno per attivare un sistema di monitoraggio continuo e una digitalizzazione mirata per ridurre le perdite.
Peccato che queste migliorie non riguarderanno l’Albese, come spiega Emanuele Di Caro, presidente di Cogesi, il consorzio pubblico che dovrebbe subentrare ai gestori privati: «Vista la fuoriuscita di Egea, abbiamo ripresentato il progetto senza la zona di Langhe e Roero, per cercare comunque di ottenere fondi. Così è stato: certo, ci spiace che al momento una parte di territorio non verrà inclusa».
Interviene anche il presidente della Provincia, Luca Robaldo: «I 23,5 milioni sono risorse che sembravano perse e soltanto grazie all’azione dell’Ato4 e di Cogesi sono state in parte recuperate. Se tutti ci avessero creduto a tempo debito, il risultato poteva essere ancora migliore».
Davide Barile e Francesca Pinaffo