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Don Valentino, un modello

Parallela alla città del tartufo, del vino e del turismo ce n’è un’altra, pressoché invisibile, che non ama le luci della ribalta, ma preferisce l’ombra. Non per nascondersi, ma per non apparire. Si tratta di una città piena di volontari e tanta umanità, che, senza proclami, aiuta le persone e insegna loro ad amare la vita, nel rispetto degli altri.

Di questa città fa parte don Valentino Vaccaneo. Dotato di una forte personalità, mai convenzionale tanto da essere considerato da alcuni fuori dalle righe, don Valente è l’essenza di ciò che dovrebbe essere l’uomo in terra. Nato l’11 febbraio del 1934, in una numerosissima famiglia di Castiglion Tinella, don Valentino avverte la necessità di mettersi a disposizione degli altri e per farlo sceglie la via del sacerdozio. Ordinato sacerdote nel 1958, don Valentino inizia la sua missione come curato nella parrocchia del Duomo, di cui poi sarà parroco per una trentina d’anni consecutivi. Nel 1996 viene nominato parroco di Cristo Re, al fianco di don Stella.

È in questo angolo di Alba che don Valente realizza a pieno il suo mandato: vive a stretto contatto con i giovani, ai quali insegna a vivere nei campi estivi di Saint Jacques. Propone una pastorale aperta al dialogo, organizza centinaia di iniziative caritative e di accoglienza. È uno dei primi, nel capoluogo delle Langhe, a occuparsi delle problematiche legate alla droga e, in località Madonna di Como, fonda la cascina Vernazza, una casa di aiuto per i tossicodipendenti e le persone in difficoltà. Lavora a stretto contatto con il disagio e in via Santa Barbara dà impulso allo sviluppo di una casa di accoglienza. Lo stesso fa nella sua parrocchia, dove decide di dedicare alcuni alloggi alle famiglie con problemi occupazionali ed economici. Diretto, don Valentino esprime le sue emozioni, i suoi sentimenti e anche le sue preoccupazioni davanti ai suoi parrocchiani e a tutta la città, curando sul nostro giornale l’apprezzatissima rubrica Riflessioni al vento (dal 2004 al 2007 ha collaborato anche a Vita pastorale).

Finora, ne abbiamo parlato al presente, ma in realtà avremmo dovuto usare il passato, perché, purtroppo, don Valentino, dopo aver lottato a lungo e con grande dignità contro la malattia, si è spento nel pomeriggio di lunedì 27 agosto, all’età di 78 anni. Il suo segno però è troppo tangibile per essere descritto con il passato remoto. Nel momento in cui scriviamo questo articolo non è ancora stata fissata la data dei funerali. Possiamo però ipotizzare che la camera ardente venga allestita nella cappella della parrocchia.

Così lo ricorda don Antonio Rizzolo, direttore di Gazzetta: «La morte di don Valentino ci addolora profondamente. Per Gazzetta d’Alba è stato un collaboratore prezioso con le sue Riflessioni al vento, un appuntamento atteso da molti lettori. Don Valentino aveva il coraggio di dire quello che pensava ma, nonostante l’irruenza che talvolta lo caratterizzava, aveva un animo buono, era una persona che si interrogava sul proprio cammino di fede, su come seguire davvero Cristo con tutto il cuore. E invitava tutti a farlo. Mi è rimasto impresso l’incontro con don Luigi Ciotti, alla fine di una conferenza nel tempio di San Paolo. “Tu sei un modello per tutti noi di attenzione agli ultimi e ai poveri”, gli disse don Ciotti dopo averlo abbracciato. Ma don Valentino si schermiva dicendo di non aver mai fatto nulla di straordinario. Ciao, don Valentino, grazie per la tua testimonianza e per le parole che ci hai lasciato in questi anni. Nella fede sappiamo che questo è solo un arrivederci».

Enrico Fonte

 

Il funerale di don Valentino Vaccaneo verrà celebrato mercoledì 29 agosto, alle 15, nella parrocchia di Cristo Re. Sempre in Cristo Re, martedì 28 alle 21 i fedeli si riuniranno in preghiera per il Rosario.

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