Chi è Papa Francesco

Il Papa prega per i malati che muoiono soli e per le famiglie

Argentino, vocazione adulta, gesuita, Francesco, Buona sera. Chi si aspettava la sorpresa è stato accontentato. Alla faccia di chi aveva fatto tanti toto-papa. La Chiesa volta davvero pagina. Il Conclave ha deciso molto in fretta. Sono bastate poco più di ventiquattro ore e cinque votazioni – una martedì 12 marzo sera, subito dopo l’extra omnes, e quattro mercoledì 13 – per avere il successore di Benedetto XVI. In tempi particolarmente difficili questa elezione, così rapida e con il carico di novità che porta con sé, dà l’immagine di una Chiesa che guarda avanti con rinnovata speranza nel suo  Signore: nel successore di Pietro essa trova la sua roccia.

La rapidità manifesta l’unità e la coralità che i cardinali hanno espresso ed è un buon auspicio per la Chiesa a servizio del Vangelo, dei poveri e dell’intera umanità.

Bergoglio-Francesco  ha una qualificata preparazione culturale, teologica e pastorale, ed è garanzia di magistero autorevole e di guida sapiente. Il nome scelto richiama Francesco di Assisi, segno che il nuovo Papa saprà portare un soffio di rinnovamento, grazie anche alla sua provenienza da un continente in cui la Chiesa ha poco più di mezzo millennio.

Dopo oltre duemila anni il 266° successore di Pietro arriva da oltre Atlantico. Jorge Mario Bergoglio è argentino, figlio di emigranti piemontesi, esattamente di Portacomaro Stazione in provincia di Asti. È il primo Pontefice latino-americano. È il primo gesuita nella storia a raggiungere il Soglio di Pietro. Si chiama Francesco  e questo nome è forse la sorpresa più grande. Chiaramente è un uomo di una semplicità disarmante ma anche un uomo molto concreto: la sua biografia dice chiaramente che è uomo capace di governare.

Arcivescovo di Buenos Aires, ha 76 anni: ne compirà 77 in dicembre. È infatti nato il 17 dicembre 1936. Il suo nome è uscito molte volte nel 2005 nel Conclave che elesse Benedetto XVI. E per il Papa emerito ha subito detto, insieme alla folla che gremiva la piazza, una preghiera. Joseph Ratzinger è stato eletto a 78 anni compiuti da tre giorni; Bergoglio ha oltre un anno in meno.

Ed è una sorpresa anche il primo contatto con la folla e con milioni di persone che lo seguivano sulle televisioni e sui siti di tutto il mondo. Un modo molto diretto con parole semplici improvvisate in italiano. «Fratelli e sorelle buonasera. I miei fratelli cardinali hanno scelto un Papa quasi alla fine del mondo. Grazie, e prima di tutto vorrei fare una preghiera per Benedetto XVI». E recita un «Padre Nostro», una «Ave Maria» e un «Gloria». Parla di «cammino di fratellanza e fiducia» e vuole «pregare per tutto il mondo affinché ci sia una grande fratellanza». Un messaggio tipicamente francescano. Un cammino che il nuovo Papa spera sia «fruttuoso per questa città» di Roma. Prima di dare la benedizione, chiede al popolo dei fedeli di pregare per «il suo vescovo». Una novità questa sottolineatura «vescovo di Roma». Infine «A voi do la benedizione e la do a tutto il mondo, uomini e donne di buona volontà».

La biografia. Nato a Buenos Aires nel 1936, studia e si diploma tecnico chimico – anche questa è una novità assoluta per un successore di Pietro – e poi avverte la vocazione al sacerdozio: entra nel seminario di Villa Devoto. Avvertendo la vocazione alla vita religiosa, a 22 anni, l’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Compie gli studi umanistici in Cile e nel 1963. Di ritorno a Buenos Aires, consegue la laurea in filosofia. Nel 1964-66 è professore di letteratura e psicologia; nel 1967-70 studia teologia e consegue la laurea. Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote. Nel 1970-71 compie il terzo anno di probandato – tipico della formazione dei gesuiti – ad Alcalá de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 emette i voti perpetui. Nella Compagnia ricopre molti incarichi: maestro di novizi, professore,  superiore provinciale dell’Argentina, parroco.

Dal 1992 la sua vita cambia profondamente. Infatti il 20 maggio Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires e il 27 giugno riceve la consacrazione episcopale nella Cattedrale di Buenos Aires dall’arcivescovo di allora, cardinale Antonio Quarracino. Proprio da Quarracino il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore e l’anno dopo, il 28 febbraio 1998, arcivescovo di Buenos Aires per successione dopo la morte di Quarracino.
È stato relatore generale aggiunto alla 10ª assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi nell’ottobre 2001 – l’ultimo presieduto da Giovanni Paolo II – sulla figura del vescovo. Il relatore generale era l’arcivescovo di New York cardinale Edward Michael Egan, che nel settembre 2001 – come tutti gli americani – visse una situazione di tragedia con l’attacco dei terroristi alle torri gemelle. Allora si decise di affiancargli un aiuto, proprio il cardinale Jorge Mario Bergoglio. Dal  novembre 2005 al novembre 2011 è stato presidente della Conferenza episcopale argentina. Giovanni Paolo II lo crea cardinale nel concistoro del 21 febbraio 2001: era quello dei record; 44 cardinali tra cui l’arcivescovo emerito di Torino Severino Poletto, il prefetto emerito della Congregazione dei vescovi Giovanni Battista Re, l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe.

È autore di alcuni libri di spiritualità: Meditaciones para religiosos del 1982, Reflexiones sobre la vida apostólica del 1986 e Reflexiones de esperanza del 1992. È stato membro di molte congregazioni vaticane: per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti; per il clero; per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica; del Pontificio Consiglio per la famiglia; della Pontificia Commissione per l’America Latina.

Pier Giuseppe Accornero

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