
ALBA Ad Alba, sabato 10 maggio è transitato il presidente del Movimento cinque stelle Giuseppe Conte. Già presidente del consiglio dal 2018 al 2019 e poi fino al 2021, la sera prima aveva partecipato all’apertura della campagna elettorale dei pentastellati in Piemonte: nella nostra Regione, a correre per la presidenza sarà Sarah Disabato. Dopo un passaggio mattutino al mercato di Rivoli, è arrivato in città come ospite del consigliere regionale Ivano Martinetti. Una visita strettamente privata, che ha incluso un pranzo al ristorante L’inedito Vigin Mudest e un passaggio alla Cascina Drago di Tino Colla. Insieme a Conte, Martinetti e Disabato c’erano il candidato alle elezioni europee Sean Sacco e i parlamentari Chiara Appendino ed Elisa Pirro.
Presidente Conte, lei è stato primo ministro durante la pandemia. Le scelte compiute in quella difficile fase, a volte osteggiate, con la fine dell’emergenza hanno consentito all’Italia di uscire dalla crisi e ripartire? In che ambito ritiene abbia inciso maggiormente l’azione del suo Governo?
«Abbiamo costruito un’articolata strategia, con l’obiettivo di proteggere tutti e lasciare nessuno indietro, grazie anche agli sforzi e ai sacrifici di tantissimi italiani. Nel frattempo, altri erano impegnati a fare propaganda politica. Dopo un lungo braccio di ferro con Bruxelles, il mio Governo rientrò in Italia con 209 miliardi. Quei fondi erano e sono il segno tangibile di una nuova Europa, capace di chiudere la stagione dell’austerità e rispondere attraverso una più matura solidarietà alla tragedia della pandemia. Quanto al Superbonus, nei tre anni di maggiore applicazione, la misura ha contribuito a far aumentare il Pil di oltre il 13 per cento, a far diminuire il rapporto debito-Pil di oltre 17 punti e a far aumentare le entrate fiscali di 140 miliardi grazie alla crescita. Poi sono arrivati gli errori normativi e contabili dell’accoppiata Meloni – Giorgetti. I decreti adottati nel 2023 sono stati un disastro, hanno aumentato il panico e una conseguente corsa all’agevolazione».

Di cosa ha bisogno, oggi, il Piemonte?
«Di una classe politica che sappia prima di tutto difendere la sanità pubblica, in una Regione in cui cui centrodestra e centrosinistra l’hanno svenduta pezzo per pezzo al privato. Per rilanciarla, il Movimento 5 Stelle intende mettere in campo un piano fondato su punti ben chiari: realizzare nuovi ospedali con fondi pubblici, reinternalizzare i servizi in mano al privato e abbattere le liste d’attesa. Il nostro programma regionale mette inoltre al primo posto le politiche del lavoro, il rilancio del trasporto pubblico locale e la difesa dei diritti civili. Sarah Disabato è una donna tenace, in grado di aggregare forze positive e ha grande senso pratico. Mi auguro che i piemontesi le permettano di dimostrare il suo valore».

Che idea si è fatto del contesto socioeconomico e delle necessità dell’area albese?
«È un tessuto economico, sociale e culturale di alto livello, con vette di eccellenza che mi hanno colpito profondamente. Nel corso della visita, grazie al nostro Ivano Martinetti, ho avuto la possibilità di conoscere realtà davvero interessanti, con un passato fatto di sacrifici e lavoro e un presente di grande successo. Porterò con me il ricordo di questa splendida visita che mi ha permesso di approfondire la conoscenza di un territorio unico. Ritengo che la priorità di questa zona sia il rapido completamento della Cuneo – Asti, un obiettivo reso raggiungibile anche dal decisivo contributo del mio Governo».
Davide Barile
