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Tutti pazzi per gli agnolotti. Anche il New York Times scopre il plin

Tutti pazzi per gli agnolotti. Anche il New York Times scopre il plin 1

DALL’AMERICA Dalla leggenda di Angelino, chef di casa Savoia, che si dice aver inventato gli agnolotti come pasto celebrativo dopo un attacco respinto al castello, alla ricetta del 1846 in cui compare per la prima volta il plin, risalente al cuoco dell’ambasciatore inglese a Torino, Francesco Chapusot, per poi arrivare al Dopoguerra e al boom con i ristoranti stellati. Sul New York Times la giornalista Dawn Davis ha ripercorso la storia del celebre piatto piemontese, segno di un sempre crescente interesse dell’America verso la cucina di Langhe e Roero.

L’articolo Is agnolotti del plin Italy’s most prized stuffed pasta?, apparso nello speciale T style magazine e disponibile on-line su abbonamento, testimonia il grande fascino esercitato dalle raviole con il pizzicotto sulla critica statunitense durante il suo soggiorno tricolore a novembre. A scriverlo non è una firma qualunque, ma una vera star del giornalismo enogastronomico a stelle e strisce, nonché una delle poche donne di colore ad aver raggiunto, nella sua carriera, anche prestigiosi ruoli dirigenziali nel settore.

Tutti pazzi per gli agnolotti. Anche il New York Times scopre il plin
La giornalista Dawn Davis con la docente universitaria Karima Moyer-Nocchi

Ad accompagnare Davis è stata l’amica Karima Moyer-Nocchi, storica culinaria e docente dell’Università di Siena. Da trent’anni nel nostro Paese, l’accademica ha svolto il ruolo di interprete e di ricercatrice, cercando di dare supporto antropologico e scientifico. «In Italia spesso si tende a ricondurre l’origine di tutti i piatti all’antica Roma, ma non sempre è così. Il fenomeno della popolarità degli agnolotti è legato al Dopoguerra, quando c’è stato il trasferimento dalle tavole dei benestanti a quelle meno abbienti ed è diventato più accessibile fare un ripieno con tre tipi di arrosto. Storicamente si è sempre cercato di emulare le fasce più ricche, solo oggi c’è un fascino per il rustico. Gli stellati hanno successivamente ripreso la ricetta, portandola a una sorta di “sciccheria tradizionale”».

Nel viaggio in Piemonte, Davis ha potuto incontrare luoghi e personaggi chiave della nostra cucina, tra cui Ugo Alciati, Gemma di Roddino, Davide Palluda, Maurilio Garola, Piermassimo Cirio e Angelo Gaja, anche grazie al contatto di Luciano Bertello, autore del libro Piccola storia dei tajarin (Slow food editore) e collaboratore di Gazzetta d’Alba.

«Mi ha stupito l’attenzione al tema e la pignoleria anche sul lessico preciso della giornalista. Ho cercato di sottolineare il valore sacro degli agnolotti, un piatto legato alle festività come Natale o Pasqua e allo stare insieme in famiglia», ha detto Bertello.

 Lorenzo Germano

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