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Caporalato anche in un allevamento di polli dell’Astigiano

Sfruttati quattro richiedenti asilo, paghe misere e senza tutele

Caporalato anche in un allevamento di polli dell'Astigiano

ASTI La Procura di Asti apre un’indagine su una vicenda di caporalato, dopo le denunce dei sindacati e dei lavoratori riferite a un allevamento di polli del Nord astigiano. Secondo le prime ipotesi, il titolare, un egiziano, si sarebbe servito di manodopera attingendo al vicino Cas, Centro di accoglienza straordinaria di Castello d’Annone.

Almeno quattro richiedenti asilo, provenienti dal Bangladesh, sarebbero coinvolti: venivano prelevati la sera direttamente dal titolare dal Cas e portati in azienda a lavorare. La mansione era di sopprimere e macellare i polli. Per ogni camion caricato (circa 1.500 vaschette vendute poi al dettaglio) i quattro percepivano 5 euro. Dovevano inoltre occuparsi dello smaltimento delle carcasse dei polli lavorati e di quelli che, viste le condizioni dell’allevamento, morivano prima della macellazione.

Per ogni altro camion di carcasse caricato ricevevano un compenso di 2,5 euro a testa. Le carcasse venivano caricate a mano senza essere dotati neppure delle minime dotazioni di dispositivi di protezione individuale: niente guanti, niente mascherine, niente stivali, niente grembiuli o camici impermeabili. Lavoravano a mani nude così come arrivano da Castello d’Annone e dove tornavano il mattino dopo.

Ansa

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