
Il “nostro” settimanale è stato una priorità per la mia vita, un impegno per il quale ho dimenticato senza sforzo domeniche, ferie e orari. Tre decenni sono così trascorsi in un soffio, pur camminando sempre in salita. Puntando a qualità, onestà e professionalità mi sono ritrovata quasi senza pensarci da collaboratrice a condirettrice. In piazza San Paolo, con quattro direttori, ho imparato a scrivere e coordinare un giornale, avere relazioni, fare cronaca e politica, approfondimenti, interviste, a trovare storie e mettere in luce problemi, raccontando la bellezza, ma pure le difficoltà di una terra che amo.

@foto Marcato
Penso di avere contribuito alla crescita di Gazzetta d’Alba, che è uno tra i più qualificati giornali a livello nazionale, come attestano i riconoscimenti ricevuti e i numerosi lettori che con fedeltà ci seguono. E, se fin qui ho parlato del cartaceo, non voglio dimenticare la vera impennata dell’on-line. Gazzettadalba.it, conservando lo spirito che ci ha sempre guidato – essere al servizio delle persone –, è diventato il sito Internet di riferimento per un’area che va ben oltre Alba, Bra, Langhe, Monferrato e Roero: lo dicono i numeri crescenti dei nostri canali digitali.
Oltre a voi, cari lettori, ringrazio l’attuale direttore don Giusto Truglia, con il quale ho condiviso negli ultimi anni gli oneri, le scelte, il peso delle decisioni e le tante gratificazioni, sentendomi sempre libera; la Società San Paolo; i redattori più “anziani” – con alcuni dei quali ho trascorso un bel pezzo di vita – e quelli più giovani, che hanno in mano il futuro; e, ancora, i fotografi, le segretarie, i grafici, l’ufficio pubblicità, i correttori, l’amministrazione, le addette al call center e quelle della portineria, il fattorino e chi si occupa delle pulizie e della manutenzione. È una grande famiglia da abbracciare forte quella di Gazzetta d’Alba, allargata alla settantina di collaboratori presenti in ogni Comune, la nostra spina dorsale. Infine, un grazie alla mia famiglia: senza la disponibilità di mio marito Gianpaolo e di mia figlia Valentina sarebbe stato ben più oneroso portare avanti un’occupazione tanto impegnativa.
Nel mio Dna, come nel vostro, cari lettori, ci sono generazioni di persone che hanno mai avuto timore della fatica, delle sfide e delle responsabilità: ci è stato insegnato a spingerci avanti, ad avere “ambizione” nel senso piemontese del termine, puntando cioè a migliorare noi stessi, la comunità, il Paese. Forgiando le colline con le loro mani le donne e gli uomini di Langa e Roero hanno costruito un territorio divenuto patrimonio dell’umanità, un “attestato” frutto del lavoro comune (proprio come quello di un giornale).
Questo dato genetico è un’eredità forte, presente a Gazzetta d’Alba, in grado di garantirle un percorso di crescita. L’ebdomadario che, partendo da Alba, ha permesso al beato Giacomo Alberione di costruire la San Paolo nel mondo si trova oggi, come la società intera, di fronte a sfide epocali, che ancora una volta, come accade da 142 anni, ha già iniziato a vincere. Vi lascio con un abbraccio.
Maria Grazia Olivero
