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In mezzo al bosco c’è un pilone che ricorda don Toio Delpiano

In mezzo al bosco c’è un pilone che ricorda don Toio Delpiano

LEQUIO BERRIA La storia del pilone tra i boschi e i noccioleti realizzato per ricordare don Toio Delpiano parte da lontano, da vicende di guerra e desideri da esaudire. Il pilone in mattoni e pietra di Langa si trova nelle campagne tra Lequio e Borgomale. Lo ha realizzato, su un terreno di sua proprietà, Osvaldo Boffa, artigiano amico del sacerdote deceduto all’inizio di settembre del 2020. «Poco lontano c’era un pilone dedicato a famiglie della zona trucidate dai tedeschi crollato a causa dell’incuria. Ricordo che mio nonno parlava spesso di quell’episodio tragico e mio padre Luigi diceva di voler ricostruire il pilone, ma purtroppo non ha fatto in tempo», racconta Boffa, che successivamente ne parlò con Toio.

«Ti aiuto io! È stata la prima cosa che mi disse», aggiunge Boffa. «Fu Toio a scegliere l’area nella quale realizzarlo. Quando ha visto il terreno, ha detto che era il posto adatto, ma neppure lui ha fatto in tempo a costruirlo», prosegue Boffa, che ha quindi deciso di fare da solo, nel ricordo del padre e dell’amico sacerdote-muratore, come don Toio amava definirsi. «Mi dispiace di non averlo potuto conoscere meglio. È stato lui a darmi la spinta decisiva per procedere, fornendo anche preziosi suggerimenti su come realizzare la croce», dice Osvaldo, che nel giro di pochi giorni ha portato a termine il manufatto, realizzando, a fianco, un tavolo con panchine in legno. L’area è a disposizione degli escursionisti e dei biker di passaggio da quelle parti e che, purtroppo, a volte, lasciano con i rifiuti tracce del loro passaggio.

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Osvaldo Boffa durante la realizzazione del pilone.

È facile capire perché il sito piacesse a don Toio. La “sua” Langa è quella. Guardandosi attorno è difficile scorgere qualche casa, se non molto lontano. Attorno alle panchine e al pilone ci sono solo prati, boschi e noccioleti. Per ora, a ricordare le vittime della guerra e Vittorio Delpiano c’è solo un cartello scritto a mano. Una targa (molto probabilmente in legno) sarà collocata più avanti e non è detto che ci sarà un’intitolazione o un’inaugurazione vera e propria, ma forse non serve neppure. Toio non era uno da formalità o cerimonie ufficiali.

 Corrado Olocco

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