
L’EMERGENZA Un Piemonte da bollino rosso, con picchi fino a 38 gradi (come si precisa nell’allerta emessa da Arpa), e persone che lavorano sotto il sole nelle ore più calde. In vigna, nei cantieri edili, sulle strade e non solo.
Quali sono le richieste
Per questo, Cgil Piemonte ha chiesto alla Regione di intervenire con un’ordinanza mirata, per vietare lo svolgimento dell’attività lavorativa all’aria aperta nelle fasi più a rischio della giornata, cioè dalle 12 alle 16,30, quando si raggiungono temperature sopra ai 30 gradi.
Si guarda ad altre regioni italiane – in particolare Calabria, Puglia e Abruzzo -, che hanno già deciso lo stop in presenza delle stesse condizioni, ormai emergenziali al Nord come al Sud.
La richiesta è stata estesa da Cgil agli altri sindacati.
Le parole del sindacato
Ne parla Piertomaso Bergesio, segretario di Cgil Cuneo: «Proprio oggi, 30 luglio, abbiamo incontrato la Regione Piemonte. Abbiamo espresso le nostre ragioni e la nostra richiesta. All’inizio ci è stata prospettata la strada di una raccomandazione: abbiamo chiesto un’ordinanza, molto più incisiva. Ciò che speriamo è che venga emessa al più tardi domani o dopodomani, perché l’emergenza è ora. Rimarrebbe valida fino al 31 agosto e riguarderebbe i lavoratori agricoli, i vivaisti e gli edili, compresi gli addetti alla manutenzione delle strade».
E aggiunge: «Le organizzazioni datoriali hanno storto il naso, dicendo che c’è già attenzione da questo punto di vista, ma sappiamo che non è sempre così».
Sul tavolo della Regione, anche la questione del caporalato in vigna, con un incontro interlocutorio, a cui ne seguiranno altri per entrare di più nella questione a livello operativo.
Francesca Pinaffo
