
ALBA A pochi passi dal duomo, in via Manzoni, sorge il palazzo Miroglio, edificio storico per il quale, grazie al Pnrr, l’Amministrazione a guida Carlo Bo aveva ottenuto un finanziamento da quasi 2 milioni. I fondi serviranno per riqualificare l’immobile e dare spazi adeguati al centro studi Beppe Fenoglio.
Utilizzato come prima sede da parte del gruppo tessile Miroglio, lo acquisì il Comune di Alba nel 1977; un discendente dei magnati mantiene però la proprietà dell’ultimo piano.
Un ricettacolo di piccioni

Da lungo tempo, l’immobile è abbandonato in condizioni di degrado. Con la prospettiva di un miglioramento, ma con l’incertezza legata ai tempi, chi abita nelle vicinanze denuncia una situazione invivibile. Parla Lorenzo Marasso, la cui famiglia risiede al numero 6 di via Manzoni: «Vivo per lunga parte dell’anno negli Stati Uniti, ma quando torno è sempre lo stesso. A infastidire noi vicini non è tanto lo stato deplorevole in cui versa l’immobile, quanto il fatto che sia infestato da colonie di piccioni. Si riversano pure sulle case adiacenti, per difenderci abbiamo installato anni fa parecchi dissuasori ma questi animali riescono a infilarsi in piccoli anfratti. Con le deiezioni sporcano Tutti i marciapiedi, ero intenzionato ad affittare l’ufficio di mio padre al piano terra ma nessuno l’ha voluto. In più, i colombi tubano e c’impediscono di dormire. È una piaga senza fine, portano solo sporco e malattie».
Marasso si fa portavoce delle lamentele di un gruppo di cittadini, «anche il proprietario di un ristorante nelle vicinanze è esasperato, le sue cucine danno proprio sull’edificio. Altro ricettacolo di volatili nel centro storico è la torre della chiesa di San Giuseppe. La scorsa Amministrazione ha tergiversato sul tema: e poi si chiedono perché non sono stati confermati».
Cavallo: «La questione riguarda sia aspetti sanitari che il decoro generale»
È Roberto Cavallo, attuale assessore all’ambiente, a commentare: «Nel mio precedente incarico, tra 1997 e il 1999, ricordo che il maggior numero delle interrogazioni fu proprio sui piccioni. È complesso come argomento perché coinvolge l’equilibrio tra la vita selvatica e quella umana. Purtroppo ci sono sempre meno seminativi e cascine rurali attorno alla città, che albergavano una certa fauna selvatica. Oggi, per cercare cibo, i volatili si spostano in città per trovare ciò che noi umani avanziamo e distribuiamo». Cavallo ricorda che «tutti siamo cresciuti dando da mangiare agli uccelli per scattarci le foto. Pur essendo legittimo non è una buona pratica: lo dicono esperti, come Francesca Manzia, etologa del Centro recupero fauna selvatica Lipu a Roma. Gli animali selvatici devono procurarsi il proprio cibo per sopravvivere e potersi riprodurre. Alimentandoli, li rendiamo dipendenti dall’uomo». Poi ha aggiunto: «So che l’Amministrazione uscente ha già effettuato qualche intervento, io ho ricevuto alcune segnalazioni e sto valutando due tipi di provvedimenti. Il primo riguarda alcune situazioni di emergenza sanitaria, l’altro, di prospettiva, sarà relativo al decoro. Ma per quest’ultimo ho bisogno di confrontarmi con gli uffici civici per capire quale potrà essere la nostra reale disponibilità economica».
Davide Barile
