
ASTI Domani, domenica 1 settembre, ad Asti si corre il Palio.
In Italia, il Palio di Siena è senza dubbio il più conosciuto, ma quello di Asti è il più antico. L’appuntamento astigiano ha le radici nel Medioevo. Nato nell’ambito delle celebrazioni patronali di san Secondo, culmina con la corsa di cavalli montati a pelo, ovvero senza sella.
La prima notizia certa della corsa risale al 1275. Il cronista locale Guglielmo Ventura riporta che gli astigiani, «sicut fieri solet Asti, in festo beati Secundi» («come risulta essere solito ad Asti, durante la festa del beato Secondo»), corsero il Palio per dileggio sotto le mura della città di Alba.
Quindi, se già nel 1275 la corsa era definita una consuetudine, è probabile che la sua origine debba collocarsi dopo l’anno Mille, con regole codificate dal tredicesimo secolo, periodo coincidente con il massimo splendore del Comune di Asti.
Fino alla prima metà del Quattordicesimo secolo, la corsa si svolgeva “alla tonda”, su un percorso circolare pressappoco corrispondente all’area delle attuali piazze Alfieri e Libertà.
Dal percorso circolare a quello lineare, per arrivare a quella attuale
Gian Galeazzo Visconti, divenuto signore di Asti nel 1382, per rafforzare militarmente la città fece però costruire una nuova cittadella fortificata. Questo intervento comportò lo spostamento della corsa su un percorso lineare di due chilometri e mezzo lungo la contrada maestra, l’odierno corso Alfieri.
Nel 1861 venne pubblicato il nuovo “Regolamento per la corsa dei cavalli in giro sulla nuova piazza del mercato” (l’attuale piazza Campo del Palio) che sancì il passaggio dalla corsa in lungo a quella in tondo. Nel 1863 la competizione divenne una comune gara di cavalli e, di fatto, il Palio fu sospeso, perdendo il suo tradizionale significato religioso.
La festa è stata ripristinata nel 1929
La festa venne ripristinata nel 1929 dal podestà Vincenzo Buronzo. Quell’anno il Palio si svolse su corso Dante, lungo un percorso in salita di circa 1.300 metri. La ripresa della corsa (tenutasi fino al 1935) suscitò qualche risentimento a Siena e nel 1936, per intervento diretto di Mussolini che riconobbe alla sola città toscana il privilegio di chiamare la propria manifestazione col nome di Palio, arrivò l’ordine di modificare la denominazione astigiana in “certame cavalleresco”. La corsa venne così rimandata all’anno successivo e in seguito cancellata. Le sette edizioni svoltesi durante il ventennio fascista, tuttavia, permisero di rinnovare il ricordo del Palio, evitando la perdita definitiva della sua tradizione e del suo significato.
Dal 1967 la corsa si disputa all’interno di un circuito apposito, inizialmente in piazza Campo del Palio e, dal 1988, in piazza Alfieri, cuore della città. Fino al 2017 il Palio si è svolto nella terza domenica di settembre e dal 2018 si disputa la prima domenica del mese.
