
POLITICA «La legge Calderoli sull’Autonomia deve poter essere applicata dalle Regioni che decidono di avvalersene, ovviamente con le modalità, la gradualità e le garanzie previste dalla normativa stessa», scrive in una nota il gruppo consiliare della Lega in Regione Piemonte chiedendo al presidente Alberto Cirio di intraprendere un percorso simile a quello già annunciato in Veneto da Zaia, ossia di opporsi al ricorso annunciato dalla Sardegna, dalla Puglia e dalla Toscana contro l’applicazione della legge.
«Il Piemonte e i piemontesi sarebbero danneggiati dal blocco della legge. Un conto è scegliere, legittimamente, di non avvalersi delle opportunità offerte dalla legge sull’autonomia differenziata, altro è pretendere che la stessa legge sia congelata o disapplicata in tutto il Paese», proseguono Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera e segretario della Lega in Piemonte, e Fabrizio Ricca, presidente del gruppo Lega in consiglio regionale.
«La legge Calderoli – aggiunge Molinari – è il frutto di un lungo percorso, ed è stata approvata dai due rami del Parlamento, e controfirmata dal Presidente della Repubblica. Immediatamente, e in maniera assolutamente propagandistica, è partita sui contenuti della normativa una campagna di disinformazione da parte della sinistra e dei 5 Stelle, e la raccolta di firme per intraprendere un percorso referendario chiaramente strumentale. Ma sarà la Corte costituzionale a dirci se l’eventuale referendum sia legittimo, considerato che la legge è collegata alla finanziaria ed è applicativa del dettato costituzionale. Il ricorso sulla costituzionalità della legge peraltro è ancora più assurdo se pensiamo che a farlo è la Sardegna, una regione che gode di ampia autonomia grazie allo statuto speciale. Un modo di dire chiaramente da parte di Pd e 5 Stelle che l’autonomia deve restare un privilegio per pochi e non un diritto per tutti».
