Ultime notizie

Sabato 24 agosto l’Anpi ricorda la fucilazione di Pollenzo

POLLENZO Per non dimenticare gli orrori e i sacrifici di tanta gente comune della nostra zona durante la Resistenza. È questo il significato della ricorrenza che sarà celebrata sabato 24 agosto, quando ricorrerà l’80° anniversario dell’uccisione di tre civili avvenuta nella frazione di Pollenzo.

Si trattava di Carlo Cavallotto, don Demetrio Castelli e Agostino Morando, il giorno precedente prelevati dalle loro case site nel Comune di Roddi.

L’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani), sezione di Alba-Bra, organizza una breve manifestazione pubblica per ricordare i tre civili caduti, morti per rappresaglia e per spargere terrore tra gli abitanti della zona. La cerimonia è fissata alle 10 alla lapide di piazza Vittorio Emanuele II. Alla commemorazione sarà presente l’Amministrazione comunale braidese.

Un ringraziamento va a Daniela Brero per le rarissime foto dei protagonisti che pubblichiamo in questa pagina

Don Demetrio Castelli

I fatti di Pollenzo, 24 agosto 1944

Nel pomeriggio del 24 agosto 1944 vi fu uno scontro tra tedeschi e partigiani vicino a Roddi «nel quale i primi avevano avuto la peggio. In seguito a ciò i tedeschi avevano preso il vicecurato don Demetrio Castelli portatosi sul luogo per assistere eventuali feriti e due proprietari della zona portandoli al castello reale di Pollenzo, sede di un alto comando tedesco», scrive monsignor Luigi Grassi nel libro La tortura di Alba e dell’Albese.

Il parroco, su missione del vescovo di Alba, si recò a Pollenzo ma non riuscì a sapere nulla: «la Gestapo era muta». Il parroco, «che non si dava pace, ritornò l’indomani, e poté anche lui, come il vicario, entrare nel castello». Creduto un fiancheggiatore dei partigiani, venne arrestato, torturato e giustiziato dai nazisti assieme ai due contadini con l’accusa di essere «rei di complicità e consapevolezza in un’imboscata a fuoco il 24 agosto ’44, contro un reparto di polizia da campagna, presso Roddi».

La sentenza venne eseguita alla prima luce del giorno 25. Le salme delle tre vittime furono restituite ai loro parenti soltanto in inverno, quando i tedeschi avevano lasciato il castello di Pollenzo. Si racconta che il ritrovamento avvenne grazie alle rivelazioni di un militare tedesco ubriaco, che aveva indicato il luogo nella boscaglia dove misero i poveri corpi.

Lino Ferrero

Banner Gazzetta d'Alba