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Ecco Gualazzi e Frida Bollani per Attraverso festival

Stasera, al teatro Sociale, si esibirà Frida Bollani, talentuosa pianista figlia d'arte, che con la musica esprime tutta sé stessa

Ecco Gualazzi e Frida Bollani per Attraverso
Frida Bollani al pianoforte

ALBA L’Attraverso festival di Hiroshima mon amour e Produzioni fuorivia vive le sue ultime date nell’Albese. Stasera, mercoledì 4 settembre, sarà il momento del concerto di Frida Bollani Magoni, pianista e figlia d’arte. Venerdì 6 al castello di Barolo è previsto il concerto di Raphael Gualazzi.

Frida Bollani, 17 anni, puro talento

La musica, per Frida, nonostante la giovane età e la cecità, è un percorso che inizia lontano: «Sono nata due giorni dopo un concerto cui partecipò mia mamma e, di conseguenza, anch’io. Ho iniziato a studiare da pianista a cinque anni, suonavo a orecchio e, due anni dopo, ho conosciuto Paolo Razzuolo, il quale mi ha insegnato a leggere la musica in braille. Ho continuato per dieci anni, fino al liceo musicale. A causa della pandemia ho perso l’aspetto bello della scuola, la maggior parte dell’esperienza l’ho vissuta a distanza. Nel 2020 mi sono esibita nel primo concerto e oggi, prima di decidere se proseguire negli studi, mi sono presa un anno sabbatico perché avevo una gran voglia di suonare in giro e fare esperienze. Sono ancora alla ricerca della mia voce, uno strumento che viene da dentro di noi e rispecchia come ci sentiamo quel giorno».

Ad Alba, Frida è legata da radici familiari, «mio papà e i miei nonni hanno vissuto qui per qualche anno. E mia zia Manuela è nata proprio ad Alba». Il concerto di domani «fa parte del tour che va avanti da quattro anni. Sul palco sono da sola con il pianoforte e la mia voce, proporrò miei inediti e cover. Userò pure un po’ di elettronica, ma non troppa».

Gualazzi e il suo intenso repertorio 

Ecco Gualazzi e Frida Bollani per Attraverso 1Raphael Gualazzi è nato a Urbino nel 1981. Nella serata di Barolo, dice, «proporrò alcuni pezzi del mio repertorio e alcune rivisitazioni di brani più o meno famosi. Passerò dal jazz alle musiche delle tradizioni dell’Africa e dell’America fino alle arie d’opera e alle colonne sonore dei film. Suonerò pure alcuni brani meno famosi tra quelli inseriti all’interno degli album, i quali rappresentano però l’anima del lavoro discografico». Insieme a Gualazzi sarà presente una moderatrice: «Con lei darò avvio a una chiacchierata per contestualizzare il mio percorso personale, la storia, la sociologia e le diverse sfaccettature della musica. A suonare sarò solo io con il pianoforte. In Piemonte torno sempre volentieri, è la regione che ha dato i natali al jazz, all’Hot club di Torino. Addirittura, il locale, durante il regime fascista, riuscì a far arrivare di nascosto Louis Armstrong».

Il jazz, per Gualazzi, è «una grande passione, ma più che un jazzista in senso specifico mi definirei un jazzofilo. La musica è l’arte per eccellenza, l’unica, insieme al teatro, a non essere deteriorabile. Ogni interpretazione, anche con gli stessi musicisti, sarà sempre diversa dall’altra, si rigenera da sola».

Tra i brani che il pubblico potrà ascoltare ci saranno pure quelli contenuti nell’ultimo album, Dreams, uscito lo scorso ottobre. «Celebra i sogni e la dimensione onirica, il luogo dove ritrovare le proprie radici. Siamo circondati di sogni, fatti di ricordi del passato e aspettative per il futuro. Perdendoci nella dimensione immaginativa troveremo il significato del presente».  

Davide Barile 

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