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Canelli ipogea vuole riportare alla luce le cantine nascoste in città

Canelli ipogea vuole riportare alla luce le cantine nascoste in città
Le cattedrali sotterranee di Contratto. Foto Germano

CANELLI Censire le antiche cantine presenti nel sottosuolo del centro spumantiero per valorizzare un patrimonio che racconta secoli di tradizione vitivinicola. È quanto si prefigge il neonato comitato Canelli ipogea con il progetto presentato sul palco di piazza Cavour lo scorso 26 settembre, durante il fine settimana della rassegna Canelli città del vino.

Con un approccio multidisciplinare e un forte coinvolgimento della comunità locale, l’intento è quello di raccogliere informazioni sulle cattedrali sotterranee al momento non visitabili (quindi, non quelle di Coppo, Contratto, Bosca e Gancia, che sono aperte al pubblico), comprese foto, etichette e materiale storico, per poi pianificare una loro riqualificazione insieme a esperti, architetti e studiosi e creare iniziative di valorizzazione, come eventi tematici e rievocazioni, o dare alcune strutture in comodato d’uso a piccoli produttori locali.

Fanno parte del comitato diversi volontari, all’opera per la prima fase di censimento: Sergio Bobbio, Giancarlo Ferraris, Massimo Branda, Gianluigi Bera, Gianluigi Barone, Oscar Bielli, Filippo Larganà e Gianmarco Cavagnino.

Il gruppo, sostenuto dal Club per l’Unesco di Canelli, è aperto a qualsiasi collaborazione per dare vita all’ambiziosa visione di un futuro che offra maggiore centralità a questo simbolo dell’ingegno canellese. Chi fosse interessato a collaborare può scrivere alla e-mail ipogeacanelli@gmail.com oppure chiamare il numero di telefono 340-35.37.530.

Commenta l’architetto Gianmarco Cavagnino: «Abbiamo scoperto la presenza di 110 produttori di Vermouth nel- l’Ottocento. E, grazie al- l’attenzione di Bobbio e Ferraris, sappiamo che sono molte le cantine private in passato sedi di produzioni vinicole. Già nel periodo dei Savoia, essendo la città zona di frontiera, c’erano sotterranei usati come magazzini per alimentari. Si tratta di riscoprire e riqualificare un patrimonio straordinario».

Lorenzo Germano

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